Imparate la storia, sporchi nazional-popolari (aggiungerei comunisti come qualcuno ha fatto su facebook), ridate dignità a Garibaldi che mai comprò baccalà a Napoli e pane e formaggio nemmeno gli piaceva, imparate l’italiano e, succo del discorso, state zitti! Ricevo in tarda mattinata una telefonata del genere e, immediatamente, impaurito da tanta saggezza, l’unica parola che riesco a pronunciare è: OBBEDISCO!!! Poi ci ho ripensato e per non cadere di nuovo nell’errore l’ho ritirata, perché OBBEDISCO, mai fu detto a Teano. Ristabilita la verità storica fondamentale, anche il “Garibaldi contadino” che lede la dignità dell’eroe dei due mondi, va, immediatamente, sanata. E allora prese carta e penna ho cominciato a scrivere, con un italiano pieno zeppo di errori, una lettera di protesta all’Ansa che ha dato notizia ad aprile di un convegno in un aula del Senato della nostra Repubblica sul tema e che annoverava fra i relatori discendenti diretti, le pro loco d’Italia, professori universitari ecc. ecc. . Se quel progetto ha le stesse finalità e si svolge a Teano da una parte politica avversa, ecco che i professori più universitari di quelli del convegno, più parenti a Garibaldi del pronipote, più senatori dei senatori eletti, devono precisare che questa cosa, a Teano, è ridicola o più professionalmente lede la dignità del ricordo di Garibaldi. Se giunge a Teano una testata giornalistica della RAI che promuove l’evento, ritenendo degna del servizio giornalistico, la testimonianza del ricordo di un ultracentenario e che chiude il servizio con la frase “cittadinanza attiva che guarda al futuro”, il tutto viene trasmesso nell’edizione serale del tg regionale, allora veramente c’è da vergognarsi. Poi ho riflettuto. Non c ‘è l’hanno con me. Perchè la recente memoria storica e l’avvicinarsi del Natale, mi ricorda che sono gli stessi che criticarono il presepe Vivente che si tenne nel nostro Teatro Romano e che tanti visitatori registrò, oltre a mortificare l’impegno di chi per questa città ha dato tanto e ancora lo da. Ora la domanda nasce spontanea: Ma perché odiate così tanto questa città? Qual era il bisogno impellente di attaccare a spada tratta una manifestazione e chi ha provato a raccontarla, in questo modo. Che senso ha attaccare i collaboratori del vostro stesso giornale e il giornale stesso, dall’alto di un piedistallo, quando basterebbe esprimere il concetto su cui non si è d’accordo, senza arrivare a virgolettare passi di articoli di altri collaboratori. Avete memoria lunga storica e poi, qualcuno di voi, dimentica di essere stato in quella corta di memoria storica, uno straordinario fallimento, senza che mai riga sia stata scritta in merito da altri. Così come difronte ad evidenti stupidaggini, io non ho mai sentito l’esigenza di scrivere di Voi. In questi lunghi mesi per me questo è stato un impegno costante in virtù di una parola data all’editore e al direttore. Personalmente sto pensando di togliervi dall’imbarazzo. Sto pensando di lasciare questo giornale e tornare fra i “nazionalpopolari”. Forse, la mia presenza e i miei scritti non sono più graditi. Forse è arrivato il momento che le nostre strade si separino. Forse a un giornale bastano e possono bastare gli articoli di un solo lato della medaglia. Perché vedete, il sottoscritto non ha avversione per nessuno e ha provato a raccontare le storie di questa città con semplicità perché, a mio modesto avviso, c’è tanto bisogno di semplicità. Mai nei miei articoli ho attaccato qualcuno. Neppure quelli sin troppo lontani dalla mia visione politica. Un grande saluto ai lettori e al Messaggio Teano.
p.s. avevo un amico che da piccolo tutti picchiavano. Quando diventò grande questo mio amico era intelligentissimo e per vendetta, con l’arma della parola, offendeva tutti. Fini per essere picchiato di nuovo da tutti.
Massimiliano Stefàno