Caro Direttore,
mi confesso sorpreso ed amareggiato del clamore che ha suscitato l’articolo sul commercio a Teano, tant’è che su Facebook da più parti mi sono visto attaccato per il pensiero espresso, quasi avessi accusato taluni di chissà quale malefatta e se così è parso, non era mia intenzione. L’articolo non voleva in alcun modo criminalizzare la giovane imprenditoria ne mettere in discussione l’onestá di nessuno ma semplicemente ricercare altrove le cause del dissesto economico. Anche nel passaggio in cui rimproveravo i figli di non seguire le orme dei genitori non avevo alcuna intenzione di offendere alcuno, anzi, volevo sottolineare come la nostra, da sempre, fosse una realtà contadina ed operaia e di come negli ultimi anni tale cultura si sia quasi persa.
Non era mia intenzione raccogliere il dissenso ne turbare la serenità altrui, sono ben consapevole dei sacrifici che quotidianamente sopportano i commercianti sidicini per sbarcare il lunario e forse erroneamente ho creduto di poter offrire una diversa chiave di lettura della crisi; ho dato per scontato che fosse da tutti condiviso il concetto che se da domani aprissimo tutti la stessa attività commerciale saremo destinati a morire di fame dal momento che il commerciante teanese si rivolge quasi esclusivamente all’avventore teanese.
Infine voglia scusarmi se alcune delle lamentele sono giunte alla sua attenzione ed al riguardo la prego sin da ora, qualora ve ne sia la necessità, di pubblicare questo breve trafiletto per far si che possano trovar soddisfazione le persone involontariamente offese.
Con sincero affetto, Carlo Pisacane.