Cassandra Crossing
"Sono quello che voglio essere, perché ho il dono di una vita sola. Ho abbastanza felicità per renderla dolce, difficoltà per farla forte, tristezza per farla umana, e sufficiente speranza per renderla felice." ( come al solito non ricordo l’autore)
Queste parole lapidarie e graffianti sono il compendio e il vademecum che può essere applicato anche alla lotta elettorale, che politica in senso stretto non è. Forse una specie di competizione gladiatoria o di wrestling. Politica è ben altra cosa e non serve a nessuno farci dell’accademia. Parafrasando la frase dell’Autore che non ricordo chi sia, possiamo dire, e mi si passi la piccola volgarità: abbiamo abbastanza palle per cambiare la situazione e sufficiente speranza per renderla possibile. C’è solo un ma: il candidato adatto.
Tornando indietro l’unico Sindaco che si diede veramente da fare e da solo, osteggiato dai valletti, portaborse, reggicoda e sottopifferi dei vari signori della guerra del cactus locali. Venne da lontano: il direttore Maglione. Cinque anni di realizzazioni, non serve elencarle, e poi fu allegramente silurato. Senza pietà né dolore. Senza riguardo, mi permetto di dire a pedate nel didietro. Ora chi lo ricorda sa bene quanto sia difficile fare le cose e trovare chi se ne renda conto. Dopo il grande Direttore, in senso storico-morale, i sindacati non ebbero storia che valga la pena di raccontare. Picierno ancora ci soffia sul collo, Teano è diventata Piciernopoli, e poiché il -poli- implica il concetto di città che Teano era soprattutto in età romana e preromana,prestigiosamente, sarebbe meglio chiamarla ora S. Marcone sul Picierno. Un grosso leopardiano borgo selvaggio, snaturato dal traffico caotico e da un disinteresse montante. Ci furono un paio di sindacati scialbi e incolori, senza storia o leggenda. Poi venne Il Messia, era Guido, ma senza dilungarmi e con tutto il rispetto che gli debbo come morto, come amico e come sodale, fu una deludente frana. E passai anni a rinfacciarglielo. E tuttora non me ne pento.
Finora di presumibili candidati ne abbiamo avuto pochi e piuttosto, come dire, disinteressanti. L’unico che ha dato un certo sprint sotto il profilo dinamico-simpatico è stato l’impagabile Gamberetto, al secolo De Francesco geometra Vincenzo. Ma pare sia tutta una bufala, in attesa spasmodica dell’ittica, anzi crostacea intervista. La dolce Cassandra ha tracciato un profilo socio-politico degno di miglior causa. Una prelibata goduria. Non è questione né di pecore,( a proposito c’era un vicesindaco, formidabile, cui fu incollato questo nomignolo) né di Poppee e neppure di Neroni, il quale da qualche periodo è soggetto a una rivalutazione su vasta scala. Basti dire che la sua sepoltura per molto tempo fu illeggiadrita da infiniti fiori. E non erano di famiglia, che era stata allegramente già soppressa. " E’ la forza di ricostruire sulle macerie di una classe dirigente dell’antipolitica senza opposizioni, di una resurrezione dell’etica non solo da sfoggiare per mera convenienza sui palcoscenici ufficiali, contro la corruzione e l’ingiustizia, i vizi privati e pubblici nella bufera della tempesta economica imperante in cui tutto appare perduto. " gorgheggia scientificamente Madame Casssandra.
In due parole ci serve il candidato, i Teanesi con l’orgoglio degli antichi Padri Sidicini, mai sopito, faranno il resto. Se potesse, il nostro amabile e incisivo Vescovo sarebbe proprio l’ideale, fino a prova contraria.
Lo riconfermo, lo sottoscrivo e lo controfirmo.
Decisamente, e non per piaggeria.
Giulio De Monaco