Una sorta di provocazione o più semplicemente l’amara constatazione della realtà. Parte dai social l’ennesimo grido di dolore dei commercianti del centro storico della città che recita : ” questo messaggio e’ rivolto a tutti i commercianti del centro storico di Teano : sto seriamente valutando di aprire solo di mattina……..perche’ dalle 17:00 alle 20:00 il corso e’ praticamente isolato e sinceramente fa paura !! Cosa ne pensate? “. A farsi portavoce di questo disagio, diffusissimo fra i commercianti del centro, la titolare di un negozio di oggettistica e bomboniere. Un problema atavico che ormai da decenni attanaglia la nostra città. Quello che una volta era il “salotto” buono della città, luogo d’incontro e centro nevralgico di ogni attività , oggi si presenta come uno straordinario teatro cadente, senza attori. Una questione per troppi anni sottovalutata anche da chi potrebbe mettere in campo azioni tese almeno alla resistenza attiva al fenomeno che ha visto lo spopolamento dei centri storici un po ovunque . Ci provano le associazioni da anni , con successo, ultimi baluardi di un sogno che vede il centro storico elemento da valorizzare. Sul tappeto dei ragionamenti pratici , questo grido di dolore dei commercianti, porta con sé due livelli di discussione che non sono più rinviabili: la valorizzazione e il recupero del centro storico e la profonda crisi del Commercio sidicino, decennale, che non riguarda solo in centro storico ma la città nel suo complesso. Questa città , non attira più, non è punto di riferimento e la cosa più assurda è che trascorrano gli anni e l’unica cosa che siamo capaci di mettere in campo ( come commercianti , politici, clienti e società civile in generale) è la lamentela. C’è bisogno di azione, di idee e bisognerebbe affidarsi alla macchina organizzativa delle associazioni sidicine. È difficile e permettetemi, di “prese per il culo” ne abbiamo viste tante. I commercianti sono stanchi di partecipare a pseudo “centri commerciali naturali ” che nei fatti si sono tramutati in straordinari niente di fatto. Sarebbe difficile oggi anche pensare ad un coinvolgimento degli stessi in un vero progetto di cambiamento. Troppe le delusioni e anche il tempo perso. Eppure i commercianti , nel centro storico e nella città, un certo dinamismo lo hanno dimostrato. Sono nate nuove attività, si è ampliata l’offerta. Eppure nessuno ne ha colto l’esigenza del supporto. E allora tutti, commercianti e cittadini, politici e associazioni , dovremmo davvero decidere se lamentarsi potrebbe essere la risoluzione dei mali o meglio, la scintilla che inneschi una nuova partecipazione attiva a tenere vive la speranza che un nuovo dinamismo possa invertire questo amaro declino.
Massimiliano Stefàno