Istoria orașului Teano incepe cu Teano Oscana
(există doua ipoteze care pot insemna mizerie pentru ca ei au fost nomazi pe de alta parte poate deriva din șarpe care ei chemau osco).
A fost un popor pe termen scurt. Îi preiau etrușii care au fost un popor foarte civilizat, iar intre ei se numeau Rasena. Vorbeau în dialect între ei de accea etruscologi nu reușesc să descifreze ceea ce au scris pe anumite stele de înmormantare. Niciodată nu sa știut adevarata origine a etrușilor dar se poate spune ca știau cum se construiește arcul arhitectonic care se construiește cu criterii matematici și de care romani s-au folosit pe scară largă pentru cladirile cu arcadă pentru apeducte și arcuri de triumf pe care au fost imortalizate persoane ilustre. Orașul a fost fondat in secolul IV i.Hr. fiind capitala oamenilor Sidicini. Sunt atribuite acestei perioade resturi de pereți pre-romani. Cuvântul Teano poate proveni de la zeița Thiana care a fost venerată în templul Sfânta Treime (Trinità) (acuale biserica Sf. Paris (san Paride)), templu care a fost folosit pentru a face o procesiune în acest tract în o anumită perioada din an, sau poate veni de la împărăteasa Messalina ( Valeria) care era foarte ambițiosă și care a hotărât sa cunoască această zonă. A recunoscut că era adevărat că femeile teaneze erau frumoase și de asemenea bogate în bijuterii. Bijuteriile se găsesc la Muzeul Național din Napoli.
Așa vine denumit ca orașul Teoami (cuvânt grec) care înseamnă vedea și împarateasa ajunse vedea lucruri fumoase. După ce ia-u preluat romani au existat multe vile frumoase, spa-uri cu tehnice avansate și un teatru care a fost trnsformat în amfiteatru. În aceeiași zonă numită Sfânta Treime (Trinità) sa încheiat cu o piatră lunga 30 metri un simbol monetar raportat Teano Janus. În Evul Medio d.Hr. au avut clădiri noi cum ar fi biserici mănăstiri (catedrala de stil roman distusă de război a fost reconstruită in mare parte în același stil după război) ,palate aparținând familiilor nobile și un castel.Teano era închis de un zid înalt și cu două intrări în oraș. Dintre biserici au o biserică cu o turlă înalta pe care o vedem oriunde ne uităm în afara orșului și salută pe toți cei care intră în acest oraș. În deosebit de bine a primit pe Vittorio Emanuele II si pe Giuseppe Garibaldi în unificarea Italiei.Caracteristică a fost o fântână în forma poligonale numită la început Fântâna Martie popular numită Fântâna de Martie. A fost numită și Fântâna Patru Anotimpuri.
Ultimul nume a fost Fântâna Șapte Burlane pentru ca din doisprezece burlane care funcționau au rămas doar șapte funcționanti.
A fost distrusă de razboi.
Alina Lazar
La storia di Teano inizia con gli osci
(ci sono due supposizioni: uno può significare sozzura oppure sporcizia perché erano dei nomadi, l’altro può derivare dal serpente che loro chiamavano osco).
Questo popolo ebbe breve durata e ad esso subentrano gli etruschi che avevano un avanzato livello di civiltà rispetto ai loro predecessori e tra loro si chiamavano RASENA. Comunicavano in una lingua che corrisponderebbe ad una sorta di dialetto dell’osco e per questo gli etruscologi non riescono a decifrare la scrittura su alcune stelle funerarie.
Del popolo etrusco non si e mai saputo la provenienza, però quello che si può dire è che avevano cognizione della costruzione dell’arco architettonico, che si costruisce con dei criteri matematici e di cui poi i romani hanno fatto largo uso per le loro costruzioni di acquedotti ed archi di trionfo per immortalare persone illustri .
La città viene fondata nel IV secolo a.C. come capitale del popolo italico dei Sidicini, a quest’ epoca sono attribuiti i resti tutt’ora esistenti delle mura pre-romane. La parola Teano può derivare da Thiana, dea che veniva venerata dal tempio eretto nella zona Trinità(attuale chiesa San Paride) laddove usavano fare una processione su tutto questo tratto in un certo periodo dell’ anno; oppure può derivare dall’imperatrice Messalina (Valeria) che era molto ambiziosa e che volle conoscere la zona. Di quest’ultima si narra che riconobbe che era vero che le donne teanesi erano belle e ricche anche di gioielli (I monili di Teano si trovano al museo Nazionale di Napoli) e cosi definì la città con la parola TEOAMI (parola greca) che significa “vedere” e l’imperatrice aggiunse Vedere cose belle.
Con il subentrare dei romani si sono avute molte ville stupende e strutture termali con tecniche piuttosto avanzate. Il teatro è stato trasformato in anfiteatro e, sempre nella zona detta della Trinità, vi era un cippo alto oltre 30 metri e sulla cui cima era raffigurata la moneta che riportava come simbolo teanese Giano bifronte.
Nel medio evo si sono avute nuove costruzioni come chiese, monasteri e conventi (cattedrale di stile romanico distrutta a causa di eventi bellici è stata ristrutturata nello stesso stile dopo la seconda guerra mondiale), palazzi appartenenti a famiglie nobili e qualche castello.
Teano era recintata da un muro alto e con due ingressi alla città. Dall’esterno della città,tra le numerose chiese, predomina quella dell’Annunziata con un campanile alto e centrale, visibile da ogni lato e che dà il benvenuto a chi entra in questa città, come avvenne soprattutto nel 1860, quando Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi si incontrarono e giunsero insieme a Teano unendo finalmente l’Italia che fino a quel momento era stata sempre dominata e divisa.
Altro simbolo della città è stata la caratteristica fontana forma poligonale che era ubicata nell’attuale piazza Marconi, denominata inizialmente Fontana Marzio (come fontana di marzo riferita ai 12 mesi così come dodici erano i lati del poligono), fu poi definita Fontana delle sette cannelle, perché delle dodici cannelle ne erano rimaste funzionanti soltanto sette.
La città di Teano, che come tante realtà del sud Italia è stata per l’intero secolo scorso, un vivaio di emigranti ed in parte continua ad esserlo, da qualche anno a questa parte si trova anche ad accogliere a sua volta cittadini immigrati da diverse nazioni.
Una cosa è certa, il contributo che offrono queste persone alla nostra città è notevole, perché svolgono con umiltà e spirito di sacrificio delle attività in un certo qual modo indesiderate dagli italiani ma di grande utilità.
A questo punto è anche giusto porsi il problema della loro integrazione al nostro tessuto sociale ed alla nostra cultura, seppure la sensazione è che godano in generale di un buon rapporto con la popolazione teanese, che è fondamentalmente generosa ed ospitale.
Così oggi "il Messaggio", con un articolo scritto in lingua Romena e tradotto anche in Italiano, si propone ai lettori romeni tramite Alina Lazar, che ha realizzato una bella sintesi della storia sidicina, ed inviandocela, ha detto “spero di poter essere utile al giornale di cimentarmi in altre conoscenze e comunicare con i miei connazionali nella mia lingua madre”.
Questo il nostro primo passo di apertura agli immigrati che vivono nella nostra città che vale anche come invito a tutti gli altri, di qualsiasi nazione ed etnia ovviamente, a partecipare, sia come lettori che come autori di articoli, per rendere di ancor più ampio respiro la nostra opera di informazione alla cittadinanza.