Così cantava il grande Lucio Battisti nel suo album “Il mio canto libero” pubblicato nel 1972 (cinquantuno anni fa). Il titolo della canzone era: “Io vorrei…non vorrei…ma se vuoi”.
Undici anni prima, nel 1961, centenario dell’Unità d’Italia, più o meno di questi giorni, fu costruito un grande palco a Borgonuovo, proprio dove ora sorge il cippo a memoria dell’Incontro di Teano, per assistere all’arrivo di tappa del Giro d’Italia dedicato proprio a ricordare i nostri primi cent’anni da Italiani.
Il Giro fece tappa in molte città storicamente legate a quello evento, e la nostra, direi naturalmente, fu di dovere inserita in quell’elenco.
Era il 31 maggio, la tappa era Potenza-Teano, vinse Chiodini, poco più di un gregario: in maglia rosa Jacques Anquetil, che fu poi soppiantato, nelle tappe di montagna, da Arnaldo Pambianco, vincitore di quella edizione del giro.
Alle spalle del palco si alzavano i rumori delle varie ruspe che lavoravano alla costruzione dell’ultima tratta della Autostrada Milano-Napoli, che sarà terminata giusto un anno dopo, nel 1962. Il Sindaco era Vincenzo Mancini che nel 1968 sarà eletto alla Camera dei Deputati, dove rimarrà per ben sette legislature e dove ricoprirà anche la carica di Sottosegretario di Stato al Tesoro in ben tre governi.
Erano momenti di grande fermento per la nostra città, che cominciava a coltivare speranze di un degno domani.
Ma non tardarono ad affievolirsi; lentamente, ma continuamente, inesorabilmente. L’autostrada cominciava a funzionare alla grande; ma la ventilata apertura di un casello autostradale a Teano svanì nel nulla. A niente valse la presenza nella stanza dei bottoni di un valente deputato democristiano privo della forza di un altro Mancini, il socialista Giacomo, capace di imporre una deviazione di tutta l’autostrada per arrivare alla sua Cosenza, o del sammaritano Di Muro, nient’altro che Vicesindaco, capace di ottenere la apertura di un casello di uscita dopo cinquant’anni dalla inaugurazione della A1.
Fu il funesto inizio di una débâcle micidiale, di una funesta “marea” della quale non staremo qui ad elencare i vari momenti che segnarono la progressiva perdita di tutto quello che la nostra città aveva.
Per chiuderla qui, venerdì scorso un valente cronista della Rai che descriveva la tappa del Giro d’Italia passante per Vairano Scalo non ha trascurato di segnalarla come luogo dell’Incontro relegando una inquadratura su Teano a quella dedicata ad un paese viciniore.
Vi sembra una osservazione banale e provinciale? Io non direi: a me sembra la brutta fine di un sogno sognato assieme a molti di voi appena sessant’anni fa!
“…come può uno scoglio
arginare il mare….
anche se non voglio…
torno già a volare…:
cantava Lucio Battisti in quella canzone che già nel titolo dimostrava uno stato di palpabile indecisione: io vorrei, non vorrei, ma se vuoi…..!
Non progredi est regredi.
Claudio Gliottone