L’ ENELchiede il pagamento delle bollette arretrate e noi continuiamo a consumare 600mila euro all’anno di energia elettrica per la sola pubblica illuminazione.
I dati sono allarmanti. Il comune di Teano deve pagare all’ENEL un arretrato di oltre 800mila euro. L’assessore al bilancio Eduardo Sacco è riuscito, dopo una lunga trattativa, ad ottenere una rateizzazione di docdici mesi per il saldo dell’arretrato che comunque rappresenta un ulteriore sbilanciamento di cassa.
Intanto scadono altre bollette e da una superficiale analisi il panorama non è certo tranquillizzante. Siamo riusciti a conoscere un dato che da solo rende l’idea.
In un solo anno il comune paga all’ENEL oltre 600mila euro di energia elettrica. Bene, considerando l’estensione del territorio, i numerosi pozzi di emungimento dell’acqua e l’illuminazione potrebbe anche starci. E invece non è così.
I 600mila euro sono spesi solo per la pubblica illuminazione. Si avete capito bene, solo per illuminare le strade, le piazze, le piazzette ed altre sorgenti di luce necessarie ad illuminare l’ambiente circostante.
Sfogliando nei bilanci dei comuni a noi vicini, Sessa Aurunca, tanto per fare un esempio, per la pubblica illuminazione spende appena 300mila euro, la metà di Teano.
Il problema è all’attenzione della Giunta ma, mentre studiano le misure necessarie, ci permettiamo suggerire agli amministratori di farsi una passeggiatina serale lungo tutto il perimetro del territorio comunale e forse scoprono che molti impianti di illuminazione pubblica potrebbero essere o eliminati o dotati di timer per ridurne il consumo. Ci riferiamo alle tante piazze e piazzette delle nostre frazioni che certamente d’inverno potrebbero essere spente e d’estate accese solo fino ad una certa ora, molti viali illuminati (Viale ferrovia, Viale Santa Reparata per le zone non abitate, si potrebbe mettere dei timer per l’accensione a lampade alterne, almeno dopo la mezzanotte. C’è una piazza adibita a parcheggio che confina con l’Istituto alberghiero, la sera è illuminata a giorno da un faro di una potenza enorme oltre alle altre luci.
Ci sarebbe poi la necessità di approfondire anche il consumo di energia elettrica per far funzionare i pozzi per l’emungimento e trasferimento delle acque e qui si aprirebbe un altro doloroso capitolo.
Non tocca a noi dire cosa occorre fare, certamente un consumo di 600mila euro l’anno per l’illuminazione pubblica è abnorme. Occorre applicare in questo come in altri casi il buon senso del padre di famiglia. Non sperperare, quando le risorse scarseggiano si deve fare di necessità virtù.
Antonio Guttoriello