Accadono cose dell’altro mondo. Se si verificassero in altro comune, uno qualunque del nord, centro ,sud, quello che si verifica presso il nostro consiglio comunale, ci si può scommettere che qualcuno arriverebbe ad usare i picconi.
Il consiglio comunale che si sarebbe dovuto svolgere venerdì scorso, fu rinviato in quanto i consiglieri di maggioranza non garantirono il numero legale. Tranne quattro gli altri erano assenti. Il Presidente del consiglio Zarone allora rinviò il consiglio in seconda convocazione per oggi lunedì 11 febbraio.
Questa sera, in seconda convocazione, bastavano sei consiglieri perché il Consiglio si potesse svolgere e ad inizio seduta a parte quattro consiglieri della minoranza Dante De Fusco, Ciro Balbo, Carmine Corbisiero e Fabiano Cirelli, Francesco Magellano che non sappiamo collocare, della maggioranza c’era il sindaco Picierno, Bruno Ruggiero e Marco Zarone nella qualità di presidente del Consiglio.
Appena il tempo di dare qualche risposta arrangiata dal sindaco sulle interrogazioni della minoranza, quando si è trattato di entrare nel merito della discussione dell’ordine del giorno, ecco che il sindaco Picierno, raccoglie le sue poche carte, saluta e se ne va, lasciando tutti a bocca aperta. Poiché erano argomenti in seconda convocazione, la minoranza avrebbe potuto consentire il proseguimento del consiglio e bocciare o approvare quello che pareva, utilizzando la occasionale maggioranza numerica ma, gli argomenti in discussione erano molto importanti, soprattutto il regolamento degli uffici e servizi e quindi il senso di responsabilità è prevalso concordando un ulteriore rinvio al 21 febbraio.
E’ comunque da sottolineare che questa sera della maggioranza erano assenti proprio tutti i relatori dei vari punti all’ordine del giorno, Adriano De Monaco, Gianpaolo D’Aiello e Sandro Pinelli, mentre Picierno era presente ma è presto andato via.
O ci troviamo di fronte ad una fronda interna, una resa dei conti di fine legislatura, o i punti in discussione contengono materia non condivisa o addirittura ai limiti della legalità.
Se la città di Teano, la città dello Storico incontro, il simbolo dell’Unità d’Italia ha questi amministratori, vuol dire che la città di Teano questi amministratori si merita.
Severino Cipullo