In questi ultimi giorni di campagna elettorale piovono dal cielo tante belle parole, sorelle di buoni propositi che si condensano e si disperdono in un mare di promesse per un futuro migliore per i servizi al cittadino, per il lavoro e le opportunità per i giovani, insomma tutti diretti parenti della famiglia delle chiacchiere.
Qualcuno afferma ironicamente che per far andar bene le cose al sud, si dovrebbe essere perennemente in campagna elettorale, saggia affermazione quest’ultima, adattabile a quasi tutti i contesti tranne che per le opportunità offerte ai giovani.
Abbiamo assistito ancora una volta alla cavalcata degli anziani che ormai giunti crucci sulla linea dell’orizzonte prima del tramonto della loro carriera politica cercano di seppellire le loro malefatte, sgomitando in mezzo al branco per conquistare affermazioni mai avute, risultati fantasmi e rivincite perse in partenza, vittime anch’essi del consumismo esternato in tutto il suo splendore a suon di colla e manifesti, di bigliettini e gadget e chi più ne ha più ne metta, convinti di suscitare interesse e conquistare un consenso ormai perduto e sbiadito da migliaia di promesse mai mantenute, di identità calpestate.
Dimenticando che una vita intera loro non è bastata nella migliore delle ipotesi per raggiungere il nulla, e nella peggiore per arrecare danni alla vecchia maniera vendendo fumo, giocando sulla disinformazione e sulle speranze, lanciando coriandoli colorati su un paese monocromatico dove l’unico colore in risalto è quello delle prossime strisce blu e dei fluorescenti cartelli “vendesi” e “fittasi” dei locali ormai falliti, segni troppo evidenti di una gestione spesso sbagliata, condivisa, e da molti per lungo tempo ignorata.
L’onestà in politica, al di là dei giochi di potere conclusi nelle sedi ritenute “opportune” è risaputa essere merce rara, questa tornata elettorale avrebbe dovuto essere quella storica dove per la prima volta i grandi partiti secondo le disposizioni da essi emanate avrebbero dovuto favorire le giovani generazioni emergenti, mostrando un cenno di apertura, aprendo le braccia offrendo una candidatura ad almeno un giovane per circoscrizione, consentendo di riportare nelle sedi decisionali le esigenze e le necessità di una categoria sociale sempre sfruttata dagli eventi elettorali così come nella vita pubblica e privata per le opportunità lavorative e le retribuzioni troppo basse in turni troppo lunghi da molti contratti definiti “part time”, termine inglese che gli italiano hanno meschinamente tradotto in un prezzo troppo alto da pagare per una vita “normale”.
Tali opportunità sono state concesse e riportate come oggetto e motivo di vanto in moltissime circoscrizioni tranne che a Teano, dove per l’ennesima volta campioni di negatività, ancora una volta si sono affermati i soliti rugosi volti da manifesto, noti ed usurati sui quali la croce volentieri sarebbe stata messa da molti oltre che sul simbolo, anche sulla persona (politicamente parlando).
Caianello ha avuto il suo giovane candidato del PD con Visco Junior, così come tante altre realtà a noi vicine, per non parlare di Piedimonte Matese dove Andrea Boggia e Luigi Rega appena ventenni e forti esponenti del coordinamento PDL dell’alto casertano, hanno risvegliato nei giovani e nelle loro famiglie quel consenso e quella voglia di cambiare ed innovare, consapevoli che di poter apportare attraverso la loro voce evidenti migliorie e vantaggi allo sviluppo sociale ed identitario di una parte della società attualmente inespressa e per convenienza ignorata.
Toccherà presto darsi da fare per recuperare il terreno perduto ringraziando chi di dovere per il dono reso, ricordandogli altresì che grazie alle scelte effettuate la gioventù locale sarà di un giro arretrata rispetto ai rivali confinanti, in un percorso ancora più in salita, ancora più tortuoso.
Fabio Z.