Qualche giorno fa, curiosando sull’albo pretorio del Comune di Teano, la nostra attenzione è stata catturata dalla pubblicazione dei verbali dell’ultimo Consiglio Comunale, dove abbiamo notato un episodio curioso che ci ha portato indietro un po’ nel tempo, alla nostra giovinezza, quando questo paese era ancora colorato di contrapposizione democratica. Non vorremmo, raccontando questo episodio urtare la suscettibilità di qualche scrittore dal gusto aulico vaccinato alla sindrome del “piedistallo” perciò, senza fronzoli e speriamo in italiano comprensibile, cercheremo di riportare quanto detto. Ma veniamo a noi.
L’occasione per parlare della vicenda “ curiosa” ci viene data da una interpellanza, fatta dal Consigliere di minoranza Gliottone, con cui si è messo al corrente il Consiglio, quello Comunale si intende, e soprattutto il Sindaco e l’assessore Carmine De Fusco, della violazione dell’art. 78 comma 3 del Testo Unico degli Enti Locali. Ma cosa dice quest’articolo?
Senza entrare troppo nel tecnicismo, che lasciamo ad altri, l’articolo proibisce, in parole povere, a colui che eserciti la Libera Professione di accettare l’assessorato ai lavori pubblici o di ricoprire deleghe che in qualche modo rientrino in questa. Il Sindaco, interrogato a riguardo, sembra, ringraziato il collega proponente con garbo anglosassone – non si è capito se il ringraziamento fosse dovuto alla messa a conoscenza di una norma ignorata o al fatto di essere stato preso con le mani nella marmellata – ha illustrato a tutti che l’assessore De Fusco, Ingegnere di professione, era stato scelto per ricoprire quel ruolo per la propria competenza ( tenete a mente questo aggettivo!). Dal pari poi, sempre il Primo Cittadino, con fare laconico, comunicava a tutti che l’assessore De Fusco, dopo la richiesta della Minoranza, aveva, spedito una dichiarazione al proprio Ordine professionale con cui, facendo obiezione di coscienza, comunicava la propria ferrea intenzione di astenersi dall’esercitare la libera professione sul territorio comunale.
Signori e signore, questi sono i fatti. Detto ciò, l’occasione ci è propizia per fare un paio di valutazioni di carattere generale.
Innanzitutto, lungi da noi da esprimerci sulla competenza dell’Assessore De Fusco di cui conosciamo garbo ed educazione, ci viene da chiedere: se il cons. Gliottone non avesse mai fatto l’interpellanza si sarebbe fatto finta di nulla, perseverando ad ignorare la violazione o si sarebbe posto rimedio? Il Sindaco non conosceva l’articolo in questione davvero? Ma può essere che nessuno, tra esperti, probiviri, amici, parenti, tecnici comunali e gente sana di mente, abbia suggerito diversamente sul da farsi? Il Sindaco nel verbale sostiene di avere scelto il sig. De Fusco per la “competenza “, ma la competenza è requisito sufficiente a ignorare una norma dello Stato, magari ritenuta ingiusta in quel momento? Non era più opportuno “delegare” quelle materie ad altro Consigliere, magari parimenti competente (o magari anche meno)? Ce ne saremmo fatti volentieri una ragione. Lasciamo stare, forse siamo noi troppo polemici e magari colti pure dalla sindrome del piedistallo, cui promettiamo di porre rimedio in qualche modo. Ci sia consentita un’altra divagazione: La “sanatoria “ ex post, avvenuta con l’occasione dell’interpellanza di Gliottone, è sufficiente o invalida tutto? Magari non interessa a nessuno, ma vorremo che le regole in quanto tali siano rispettate, in primis, da chi è stato chiamato a governarci.
Veniamo ora al fatto curioso, immaginiamo che nessuno se ne sia nel frattempo dimenticato. Era su per giù la metà degli anni novanta ed era Sindaco l’avv. Ciro Balbo; se la memoria non ci fa difetto, ultimo Sindaco DC (quando essere espressione di un partito non era considerata una malattia) ed assessore ai lavori pubblici fu nominato il Geometra Dante De Fusco. Il fatto curioso quale è? È che ieri come oggi ( sono passati circa venti anni) – il De Fusco dell’epoca era il papà dell’attuale assessore- fu proposta dal gruppo consiliare dei Socialisti una interpellanza con la quale si stigmatizzava la scelta dell’assessore geom. Dante De Fusco come delegato ai lavori pubblici per il fatto che una nuova norma vietava ai professionisti tecnici di gestire pratiche per il terremoto ai privati e ricoprire contemporaneamente cariche assessoriali nel settore tecnico del territorio comunale, praticamente una chiara incompatibilità tra le due attività. Le conseguenze dell’interpellanza quali furono? Furono che l’assessore si presentò in Consiglio, e pur premettendo che la comunità lo aveva scelto per la propria competenza, disse che aveva spedito alla Prefettura di Caserta una lettera con la quale dichiarava di aver optato per la carica di assessore a danno del proprio lavoro privato. Persone bene informate commentarono invece che tutte le pratiche erano state cedute non certo gratuitamente ad altri studi.
Beh ironia della sorte!
Se non sono questi corsi e ricorsi storici!