E dopo i veleni e le sbornie della politica, cosa ci può essere di meglio che un tuffo nei nostri ricordi, per riemergere con un nuovo entusiasmo!
Il nostro corso Vittorio Emanuele, gremito di persone è magnifico. Ma quando? Il sabato per il mercato o quando vi sono particolari eventi. Gli eventi, il punto è proprio questo. Le numerose manifestazioni di questi ultimi anni, come Teano Jazz, Gli antichi mestieri, Cioccalateano, Portoni aperti ed altre, che hanno ripopolato il corso di tanto in tanto, hanno avuto un certo successo anche oltre le mura cittadine e di ciò siamo tutti fieri e grati alle relative organizzazioni: ma erano comunque eventi e l’evento è un fatto straordinario, una cosa a sé che ha una specifica ragione, un tema.
Il contrario dell’evento è quindi la normalità, la quotidianità ed è proprio ciò che ci manca del nostro corso, di ciò che è stato il nostro corso. Il punto d’incontro per tutti, il fulcro della nostra socialità, il legante di una comunità che oggi purtroppo quasi non può considerarsi più tale per quanto dispersiva.
Forse ci riesce anche difficile ricordare con esattezza cosa fosse quel luogo: per chi lo viveva quotidianamente era un po’ come un’appendice della propria casa, quasi un’altra stanza. Non occorreva alcun appuntamento per trovare compagnia e c’era un po’ di tutto diviso per gruppi: sport, musica, politica, cultura, motori ed altro ancora. Insomma una stupenda connessione gratis al mondo esterno, capace di sminuire l’attuale essenzialità di internet, televisione, giornali e telefonia mobile, il tutto arricchito dall’allegria e da quel senso di calore umano.
La percezione di questa gradevolezza nei rapporti interpersonali, anche superficiali od occasionali, oggi sembra apparire sempre più raramente, un po’ come alcuni odori o sapori di un tempo: raramente riaffiorano, li riconosciamo e ci stupiscono per la loro bontà, ma sentiamo quasi di averli persi.
Eppure siamo in tanti ad avere nostalgia del corso, siamo in tanti a non aver quasi più quella voglia di uscire di casa nelle ore serali. Questo solo perché oggi per uscire bisogna organizzarsi, prendere impegni o comunque dover andare per forza da qualche parte, altrimenti sembra non aver senso l’uscita stessa.
Che cosa fare quindi? Un tentativo collettivo di ritorno alla vecchie abitudini? Ebbene sì, ci possiamo provare, perchè il Corso possa riaccendersi e tornare ad appartenerci come una volta!
Gerardo Zarone