Ieri, sabato sei settembre, nell’ambito della festività dedicata alla Madonna della Libera, secondo un manifesto affisso a cura della Proloco Teano e Borghi, abbiamo appreso che si sarebbe svolta la festa dei peperoni. Un’antica tradizione che ha per decenni caratterizzato questa festa e che serviva anche per procurare ai mast e fest, qualche soldo per riuscire ad organizzare qualche spettacolino per gli abitanti del quartiere. Una iniziativa che richiama certamente alla memoria ed anche allo stomaco, le tante iniziative simili legate alla consumazione dei tanti prodotti di cui la nostra terra è ricca.
Peccato che il tempo non è stato proprio clemente con i visitatori, gli organizzatori e gli stessi peperoni.
La particolarità è nel fatto che l’iniziativa parte dalla meritoria Proloco Teano e Borghi il cui presidente professore Giuseppe Lacetera, ebbe a scrivere qualche anno fa, un ottimo articolo sul mensile Il Sidicino (n.10 ottobre anno 2010) , in cui indirettamente condannava il proliferare di queste iniziative gastronomiche, anche se il confronto era solo con la cultura.
Egli scriveva infatti:” Credo che si possa tracciare una linea di discrimine tra le iniziative autenticamente culturali, che servono alla città, e quelle che hanno altri scopi, legittimi quanto si vuole, ma che non aggiungono nulla alla crescita “culturale” della città.
Tra queste ultime va certamente collocato il diluvio di sagre, dichiarate o mascherate, che inondano le piazze di maialini, cinghiali, funghi, peperoni, salsicce, tagliatelle, fagioli, freselle, cioccolato, carciofi, pizzette, eccetera eccetera. Si tratta a volte di operazioni commerciali, altre volte si tratta di simpatiche e allegre iniziative che parlano allo stomaco e poco o niente alla testa e al cuore.”
La festa è quella dei peperoni, l’organizzazione fa capo alla Proloco di cui il professore Lacetera ne è il presidente il Patrocinio e quello del Comune, , ma allora forse il Presidente ha cambiato idea sulla opportunità delle sagre?