
A Palazzo c’è Angelino Alfano, che il ras campano considera il vero artefice, col governatore Stefano Caldoro, di quella che definisce la "trappola" ai suoi danni. È un’escalation, che culmina nel momento in cui i pochi presenti sono costretti a intervenire tra le urla, per impedire che i due vengano in contatto, come racconterà uno degli spettatori. Nel salotto del Cavaliere scoppia la rissa. "Hanno rinunciato Scajola e Dell’Utri, non si capisce perché tu debba essere candidato, ma non hai visto i sondaggi?" incalza il segretario Pdl a muso duro.
È la miccia che fa esplodere tutto, anche perché in quegli stessi momenti le agenzie di stampa stanno rilanciando la richiesta del passo indietro formulata da Berlusconi. Cosentino perde le staffe, sbotta:
"E questo sarebbe il partito garantista? Ma io vi rovino, ritiro i miei consiglieri e faccio saltare decine di giunte in Campania: poi vi faccio perdere le elezioni. Lo capite o no che per darla vinta a quattro giustizialisti io finisco in galera?"