Siamo un popolo pieno di pregiudizi e lo abbiamo dimostrato anche in questa occasione: prima ci siamo scagliati contro i Cinesi, un popolo di silenziosi lavoratori che ha avuto la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato in condizioni igienico-sanitarie sbagliate. Poi contro gli Africani, accusati di sbarcare e portare ogni sorta di malattia che, mentre in Europa è stata debellata da decenni, lì continua a mietere vittime (ma una piccola rivincita i mauritani l’hanno avuta). Poi, ora che in Italia il virus l’ha diffuso un socievolissimo ragazzo italiano del nord, siamo corsi al supermercato e, nella corsa ai rifornimenti, ci siamo scagliati contro le PENNE LISCE. Ma cosa ci hanno fatto le penne lisce? Accusate di non trattenere bene il sugo, inutili nel brodo, senza carattere, senza spessore, possono al massimo prendere un leggero, ma leggero, colore rosato se immerse nei forti ragù della domenica. Ma comunque, la domenica è giorno di festa, di famiglia, MAI si usa la penna liscia. Al massimo, quella rigata. Le penne lisce fanno schifo, e se proprio dobbiamo chiuderci in quarantena, anche la pasta deve essere corposa! D’altronde, siamo italiani! Lo diceva anche Fellini: “La vita è una combinazione di pasta e magia”.
Maria Flora Grossi