Lasciamo che inizi il week end. Un ulteriore week end, almeno fino ad ora, senza il mercato settimanale. Dalla Casa Comunale non arrivano ancora ordinanze, rettifiche di ordinanze, comunicati (il sito web è stato consultato pochi minuti fa), dunque si presuppone che a nulla abbia portato la pacifica protesta dei commercianti ambulanti di sabato scorso, davanti alle telecamere del Tg3. In una video intervista il Sindaco, dott. Dino D’Andrea, giustifica questa decisione attribuendo la causa all’alto numero di contagi: “Il mio Comune è una polveriera con un indice RT davvero preoccupante. Bisogna imporre in senso stretto un distanziamento fisico tra le persone e un modo è limitare i luoghi di assembramento sociale. La fiera settimanale è un luogo di assembramento fisico e sociale. Non si può mediare tra la vita e la morte, non si può mediare sulla salute pubblica. La salute pubblica è il bene primario”. E promette un contributo economico in circa 15/20 giorni. Meglio di niente, certo. Ma niente è comparabile alla dignità. Con questa pandemia molti di noi sono stati costretti a casa. Questo ci ha fatto capire quanto sia importante lavorare. Non solo dal punto di vista economico, ma anche e soprattutto, da quello morale: svegliarsi al mattino, avere uno scopo, uscire, alzare una serranda, montare una bancarella e sperare che sia un buongiorno, riuscire a guadagnare qualcosa per pagare le tante, troppe tasse che attanagliano e poter mettere qualcosa sulla tavola, fare qualcosa che ci piace o non ci piace, perchè non tutti svolgono il lavoro dei propri sogni, ma un lavoro oggi è un tesoro. Il lavoro è dignità, è quella forma di dignità che un reddito, un sussidio, un aiuto economico non possono sostituire. Ed attualmente, questa dignità è stata tolta agli ambulanti che vanno a pagare le conseguenze di quello che è un atteggiamento indisciplinato ed irresponsabile della popolazione, soprattutto quella più giovane. Chissà se ci sono più possibilità di contagio nel nostro mercato fantasma all’aperto in cui le bancarelle (visto il numero sempre più ridotto) si trovano ad una ampia distanza l’una dall’altra o nelle vie della città in cui si riversano gli abitanti senza mascherina e senza distanziamenti. E ancora una volta, a pagarne le conseguenze, sono i commercianti. Non discutiamo assolutamente sulle varie ordinanze, è un periodo storico complicato e senza precedenti, nessuno sa cosa fare e nessuno sa come gestire. Ma chiediamo che venga data agli ambulanti la possibilità di lavorare. Con dignità.
Maria Flora Grossi