Quanti ricordi! Nel gruppo storico di amici, solo qualcuno aveva da poco raggiunto la maggiore età. I cellulari non esistevano ancora. I computer erano ancora per pochi. Internet, ancora una fantasia. Bastava una chitarra ed un garage di qualche amico. Una partita a carte, un’altra a Risiko. Dal forno a legna "la mamma di turno" tirava fuori ogni ben di Dio per i "suoi ragazzi". Fuori il freddo era pungente. Ma quei ragazzi erano al calduccio, ed i rispettivi genitori lo sapevano ed erano tranquilli.
Del gruppo, quasi tutti sapevano fare il "giro di do", al punto che tutte le canzoni venivano arrangiate con quell’accordo. Almeno fin quando la chitarra non finiva tra le mani di chi la sapeva suonare veramente, ed allora il silenzio di quelle serate era rotto da Rimmel, Buona notte Fiorellino, Generale, Caterina, Titanic, La leva calcistica del classe ’68. La storia di un ragazzino di 12 anni che aveva da poco effettuato un provino in una squadra di calcio. Un provino, con il cuore pieno di paura. Qualcuno di quei ragazzi, ancora oggi, si rivede in quel Nino.
Gli amici, li si andava a chiamare sotto casa bussando al campanello. Le ragazze del gruppo, quelle che per molti di loro oggi sono diventate le compagne di vita, le si andava a prendere fin sotto casa. Nei periodi natalizi, non mancavano quelli che non vedevano l’ora di venire a passare le feste dai loro parenti teanesi. Il 7 e mezzo era il gioco più gettonato. L’euro, non era ancora un incubo per nessuno e, i più temerari, per intimorire gli altri e far man bassa del piatto, "quando erano di mano" esclamavano: 500 e sto! Voleva dire che avevano sicuramente un sette tra le mani, e quelle cinquecentolire puntate, senza chiedere un’altra carta, ne erano la certezza. Alla fine quasi tutti "passavano la mano" e, talvolta, il baro era stato perfetto: con una misera "scartina", era riuscito fregare tutti. Per strada, entrando nelle case, si respirava il profumo delle festa. L’aroma inconfondibile del Natale.
L’elettroencefalogramma di Teano, non era ancora piatto. C’erano ancora segni di vita. Il corso, non era lo scenario lunare di oggi. I genitori dei ragazzi di quella compagnia, erano fra loro amici. La mamma di ciascuno di loro, era per gli altri come la propria. C’era l’ospedale, il campo sportivo, la guardia di finanza, la pretura. Lo struscio serale il modo più semplice di incontrare gli amici, quelli a cui non dovevi chiedere l’amicizia per poter scrivere sul loro diario. Quelli a cui il "mi piace", glielo si diceva quando si guardava la foto appena scattata con la polaroid. Anche se era venuta mossa.
Quel gruppo di ragazzi, oggi è cresciuto. Sono tutti mamme e papà. E continuano tutti ad amare Teano, come allora. Chi da più vicino, qualche altro da lontano. Molto lontano. Un amore, legato ai ricordi di gioventù. Quelli più belli, quelli che non puoi dimenticare. Chissà, tra trenta anni, se Teano non sarà definitivamente cancellata, come la ricorderanno i ragazzi di oggi.
E’ amaro, a pochi giorni dal Natale, non sentire più quella fragranza. Ha ragione quella penna, che colpendo più di una spada, ci narra del "Silenzio degli innocenti". Ma il silenzio va rotto. Squarciato. Altrimenti, la notte sarà sempre più buia. E loro, "quelli della pagnotta", avranno vinto un’altra volta, e quegli EROI, che nel silenzio dei tanti gridano giustizia, resteranno soltanto tali.
Luciano Passariello