Quotidianamente assalito dai mille perché rispetto ad una convinzione nostrana di Campani sempre rivolta ad un giustificazionismo di ogni sorta sulle nostre ataviche condizioni di “arretratezza” economica, occupazionale, socio-assistenziale e di sviluppo in genere, un giorno, in una delle mie sporadiche gite fuori porta, mi trovavo appoggiato, incantato, alla balaustra del traghetto che mi portava ad Ischia. Quella meravigliosa estasi che mi vedeva rapito di fronte a Mergellina, Posillipo e quel mare azzurro intenso, veniva fastidiosamente disturbata dall’arrembaggio di Francesi, Americani, Giapponesi, Tedeschi, i quali, nella foga di scattare fotografie a quell’indescrivibile “ben di Dio”, mi travolgevano letteralmente. Fu in quegli istanti che, a circa 200 metri di distanza intravidi una barchetta a guscio di noce che, immersa in quel mare azzurro, ospitava una famigliola la quale, al riparo dal sole con un lenzuolo del letto (cappottina, sic!), consumava il proprio pasto frugale. Fu in quel preciso istante che, con un occhio ai turisti invasati e l’altro alla famigliola immersa nel mare azzurro, mi sovvenne quella arrendevole canzone…..” Basta ca ce sta ‘o sole, Ca c’è rimasto ‘o mare, Na nénna a core a core, Na canzone pe’ cantá… Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto… Chi ha dato, ha dato, ha dato… Scurdámmoce ‘o ppassato, Simmo ‘e Napule paisá!…”. In sintesi, i turisti invasati avevano speso migliaia di euro per venire a scattare qualche foto nel Golfo più bello del mondo, la famigliola “squattrinata” poteva permettersi il lusso di pranzare nello stesso Golfo più bello del mondo. Morale della favola: Basta ca ce sta ‘o sole, Ca c’è rimasto ‘o mare, poi nulla conta se la Sanità non ti sana, che la monnezza “decora” il tuo quartiere, se i tuoi figli devono tirare a campare o emigrare, etc. etc.. Queste che possono essere solo personali deduzioni su un procedere in senso contrario rispetto ad altre realtà nazionali, però, trovano una loro conferma in quanto dichiarato recentemente dal Ministro dell’Università, Gaetano Manfredi, anch’egli napoletano. Infatti, in una intervista di qualche giorno fa, il Ministro afferma: “Amo Napoli…..ma è una Città che non conosce la normalità, non apprezza l’ordine, la misura, la forza enorme di una buona organizzazione. Napoli è una fucina di tanti talenti. Ma sconta troppo i suoi difetti caratteriali. Manca nel Sud quella tensione emotiva, quella forza aggregante che è l’ambizione. Puntare in alto, avere fiducia nei propri mezzi, non farsi distrarre dalle scorciatoie. Il Sud si accontenta di poco, anche del pochissimo. Perde il senso del cammino comune, non punta l’obiettivo alto, ma lo scansa alla prima difficoltà….”. A sentire il Prof. Manfredi sembra di rileggere quanto da noi pubblicato il 06.08.2020 e quando scrivevamo, parlando delle cose di Teano, che “Le dichiarazioni d’intenti, le sole buone intenzioni espresse a parole alle quali non seguono azioni forti, evidenti, pubbliche ed ufficiali dimostrano esclusivamente una atavica indolenza (abituale tendenza all’inerzia, apatia, pigrizia)….” . Tutto quanto fin qui descritto è l’introduzione ad un nostro imminente intervento volto ad analizzare il voto che ha caratterizzato quest’ultima tornata elettorale per le Regionali. Una espressione di voto che, a tratti, lascia perlomeno sconcertati, allibiti rispetto alla reale condizione socio-economico-amministrativa della nostra Regione. Nel frattempo consoliamoci: “Basta ca ce sta ‘o sole, Ca c’è rimasto ‘o mare, Na nénna a core a core, Na canzone pe’ cantá… Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto… Chi ha dato, ha dato, ha dato… Scurdámmoce ‘o ppassato, Simmo ‘e Napule paisá!…”.
Pasquale Di Benedetto



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