Chi più, chi meno, abbiamo tutti un legame profondo ed affettuoso con l’Emilia Romagna, terra laboriosa e simpaticamente guascona con la sua riviera turistica e di divertimento assoluto. Una Miami d’Europa. Oggi ferita, piegata, ma non spezzata dalla furia delle acque. Si risolleverà l’Emilia Romagna. Ma se l’Historia è magistra vitae, per chi è dotato un po’ di memoria storica e non di indolenza ed approssimazione amministrativa, basti tornare già ai primi anni ’70. Fu allora che leggevamo, sul settimanale Epoca, se memoria non ci inganna, quanto scriveva un Architetto di Milano, il quale, protestava contro la “moda” dell’asfalto su tutte le strade milanesi abolendo totalmente i sanpietrini che prima caratterizzavano le stesse vie. A suo dire, l’asfalto non avrebbe più permesso un certo drenaggio delle acque piovane creando fiumi stradali e, per di più, non permettendo più l’arricchimento delle falde. Erano i primi anni ’70 e queste cose già allora ci incuriosivano intorno al rispetto dell’ambiente e del naturale decorso di madre natura. Di contro, mentre leggevamo e riflettevamo su quanto sagacemente affermava quell’Architetto, a Teano, sempre negli anni ’70, un certo Sindaco di allora, Avvocato (Avvocato anch’egli!), Ciro Balbo, vaticinava l’intubazione del Fiume Savone. Ovvero intubarlo per farvi realizzare al di sopra una strada di collegamento che andava dal Ponte di S. Antonio fino al ponticello sito in Via Sette Querce o SP 329, là dove insisteva l’officina di un artigiano del marmo. Non pochi rimasero basiti rispetto ad un’idea tanto “demente e malsana”. Ecco, senza prolungarci più di tanto, un esempio di quanto certa politica possa cozzare con ogni logica urbanistico-naturalistica. Erano i tempi del sacco di Teano. Contro ogni legge della natura. E, poi, ci inventiamo le bombe d’acqua, il cambiamento climatico, e chi più ne ha, più ne metta. Erano i tempi del sacco di Teano. Erano i primi anni ’70 quando la Legge, a Teano, veniva vergognosamente e scandalosamente disattesa da quelle (A)mministrazioni, matrigne dell’attuale, le quali autorizzarono l’edificazione di un “parco” abitativo (parco dei “siciliani”, per intenderci) proprio a ridosso della cinta muraria Medioevale di Teano e proprio sopra (sopra!) il Parco Archeologico sottostante (era vigente la Legge Galasso con tutti i suoi divieti!). Leggi ns. del 19.04.2023. Erano i primi anni ’70 quando la Legge, a Teano, veniva nuovamente vergognosamente e scandalosamente disattesa da quelle (A)mministrazioni, matrigne dell’attuale, le quali autorizzarono (grazie a dei vuoti legislativi o cavilli burocratico-amministrativi) l’edificazione di Cooperative proprio a ridosso del fiume Savone in quel di località Orto Ceraso (era vigente la Legge Galasso con tutti i suoi divieti!). Ora, come quell’Architetto di Milano, alla luce di queste demenziali e malsane idee di certi (A)mministratori di Teano, ci piace giocare di fantasia. Immaginiamo per un attimo che si fosse riusciti nell’intento di intubare il fiume Savone e si fosse riusciti a realizzarvi una strada di collegamento che andava dal Ponte di S. Antonio fino al ponticello sito in Via Sette Querce o SP 329. Immaginiamo le esistenti civili abitazioni (Cooperative e case private) che avrebbero così fiancheggiato a raso la strada realizzata sul “tubo” (a dispetto di ogni prescrizione di norma); immaginiamo un eccezionale periodo di piogge, come quello che ha colpito l’Emilia Romagna; immaginiamo le tonnellate di metri cubi di acqua che si riversano impetuosamente dal Monte di Roccamonfina; immaginiamo le tonnellate di rami, arbusti e tronchi di alberi che vanno ad intrecciarsi, ammucchiarsi in un groviglio inestricabile fino a fare da tappo al collo del tubo sovrastato dalla strada ipotizzata. Immaginiamo, solo con la fantasia, le esondazioni e che fine avrebbero fatto almeno i primi piani di quelle Cooperative o case di civili abitazioni a ridosso del “tubo” con strada sovrastante…..Così, solo per pura immaginazione…
Ecco uno scenario ipotizzato da noi incompetenti, certamente non geologi, certamente non (a)mministratori, ma semplici osservatori e testimoni di idee malsane e dementi. Idee malsane e dementi di quanti vanno a realizzare case e manufatti là dove madre natura consiglia di non realizzarli. E così fu per il disastro del Vajont, e così fu per l’alluvione del Polesine, e così fu per l’alluvione del Piemonte nel 2000, e così fu per l’alluvione di Firenze nel 1966, e così fu per Sarno nel 1998 e così fu per l’alluvione in Piemonte nel 1994, e così sarebbe potuto essere con il Savone “interrato e intubato” con una delle tante “bombe d’acqua” che periodicamente investono anche Teano come nel dicembre del 2019. Vedi fiumi e torrenti ingabbiati in improbabili tubi che attraversano i quartieri di Genova e che nel 2014 sono stati la causa di morte e devastazione. Abbiamo giocato di fantasia e di ipotesi tanto per non continuare a trovare degli alibi alle nostre (loro) idee dementi e malsane. Di chi ci (g)overna senza avere il minimo di nozioni di carattere geo-morfologiche o idro-geologiche. La colpa, poverini loro, è del cambiamento climatico! È delle imprevedibili bombe d’acqua! Per ora Teano è salva. Fino a qualche futura nuova idea demente e malsana.
Pasquale Di Benedetto