Inter all’italiana, qualificazione meritata
Poche alternative per Mourinho contro una squadra fortissima e in 10 dal 28′. Danni limitati, biglietto per Madrid e licenza di sognare.

Sneijder: "Sono senza parole"
"E’ una gioia incredibile, è la mia miglior stagione. Siamo in finale in Champions League e pure in Coppa Italia. E’ una soddisfazione immensa".

Eto’o consola il Barcellona
"Abbiamo eliminato la squadra più forte del mondo, non sempre vince il migliore", ha sottolineato l’attaccante dell’Inter.

Zanetti: "Finale meritata"
"Abbiamo sofferto ma credo che abbiamo meritato la qualificazione, quello che abbiamo fatto è la dimostrazione di un grande gruppo".
I nerazzurri in dieci per un’ora per l’espulsione di Thiago Motta perdono 1-0 con il Barcellona al Camp Nou ma grazie al 3-1 dell’andata volano a Madrid dove si giocheranno la Champions con il Bayern Monaco.
La serata inizia male per Mourinho che durante il riscaldamento perde l’accacciato Pandev ed è costretto a ridisegnare la sua squadra tatticamente con l’ingresso di Chivu a centrocampo. I padroni di casa, un po’ sorpresi, faticano a creare occasioni da gol nel primo quarto d’ora, con gli spazi a centrocampo intasati. Xavi e compagni fanno girare con calma il pallone e dopo più di venticinque minuti trovano la prima vera occasione da gol con Pedro che sfiora il palo con Julio Cesar battuto. La partita però cambia poco dopo con Thiago Motta, già ammonito, che rifila una manata a Busquets: il centrocampista blaugrana crolla a terra accentuando e non poco la caduta, De Bleeckere abbocca ed estrae addirittura il cartellino rosso diretto. L’esperto direttore di gara belga prosegue nella sua serataccia regalando altre punizione inesistenti ai campioni del mondo in carica, l’Inter in dieci però resiste con ordine e concede solamente un sinistro da fuori a Messi su cui si supera Julio Cesar.
Guardiola ad inizio ripresa si sbilancia inevitabilmente con l’ingresso di Maxwell ma grazie al mostruoso lavoro di Milito e Sneijder in avanti, l’Inter tiene bene e riesce anche a ripartire in qualche occasione, rifiatando e perdendo tempo prezioso. Altra bocciatura per Ibrahimovic, con Guardiola che per completare la "remuntada" sceglie Bojan e Jeffren, puntando sulla velocità e la freschezza che lo svedese non garantisce. Mourinho risponde con Muntari (non può che chiudersi a questo punto sulla difensiva) con Milito che, stanchissimo, in avanti non riesce più a rendersi pericoloso in mezzo a tre avversari e lascia poco dopo il posto a Cordoba. L’Inter in sostanza si difende con otto uomini più il portiere nella propria area e a sei minuti dalla fine subisce il gol di Piquè che riapre totalmente il discorso qualificazione, dribblando Julio Cesar dopo essere partito sul filo del fuorigioco. Mourinho toglie anche Eto’o e resta senza attaccanti in campo, gli ultimi minuti sono di pura sofferenza per i tifosi nerazzurri, Bojan si vede annullare il gol del 2-0 che varrebbe la finale per un precedente fallo di mano molto dubbio di Tourè ma al triplice fischio le lacrime di gioia sono quelle di Milito e compagni.
Il veleno nella coda ce l’ha messo Salvatore Bagni, l’ex centrocampista dell’Inter e del Napoli che ora fa da seconda voce alla Rai, parlando di uno dei "Barcellona più brutti di sempre" nelle ultime battute della telecronaca del match del Camp Nou. In realtà, quando una squadra si difende a oltranza, automaticamente l’altra non può essere bella. Ma l’Inter non aveva alternative e l’ha capito, costruendo così una qualificazione alla finale di Champions League che non si può certo definire immeritata. Probabilmente, se non fosse rimasta in dieci dopo 28’ per la sacrosanta espulsione di Thiago Motta (rosso diretto eccessivo, ma il giallo sarebbe stato giustissimo e quindi la sostanza non cambia), la squadra di Mourinho avrebbe probabilmente avuto la forza di replicare quanto già mostrato a Londra con il Chelsea e non avrebbe sofferto fino all’ultimo: se il Barça avesse trovato il gol del 2-0, giusto (e a pienissima ragione) con il brasiliano ex del Genoa e dei catalani si sarebbe potuto puntare l’indice. Con i se e con i ma, però, non si va da nessuna parte: insieme al passaggio del turno e al biglietto per Madrid, al Camp Nou si è però finalmente data la risposta al quesito che animava i tifosi nerazzurri dalla scorsa estate: sì, nello scambio Eto’o-Ibrahimovic, a guadagnarci è stata la società di Moratti. Alzi la mano chi non è d’accordo dopo avere visto quanto (non) ha combinato lo svedese nella doppia sfida tra nerazzurri e blaugrana.