Il mondo, da questo maledetto anno in avanti, sarà diverso, hanno già annunziato a voce grossa tutti gli scienziati, i cronisti, gli editorialisti e la gente comune del pianeta. Annoverato tra quest’ultima, anche a me non poteva non venire il desiderio di esporre qualche “pensierino della sera”, sul quale soffermarci nelle prossime lunghe serate che, spero, avremo il buon senso di trascorrere tranquilli in casa, lontano da possibili contagi.
Cosa avremo imparato, quando, se il cielo lo vorrà, potremo definitivamente parlare al passato?
Innanzi tutto a dubitare della “scienza”, alla quale abbiamo continuato a credere in maniera sempre crescente negli ultimi decenni; non che la stia negando, per carità, è alla base del mio lavoro, ma almeno non pecchiamo di presunzione nell’affermarne la perfetta conoscenza. Troppi “scienziati”, nel mondo intero, hanno detto e poi ritrattato ipotesi che non stavano è in cielo né in terra ed ancora si ha la sensazione di “navigare a vista”. Sia sulle modalità di contagio, sia sulla natura e l’origine di questo maledetto virus, sia sulla sua possibilità di remissione e sulle nostre capacità di contrastarlo efficacemente. Non si è ancora stabilito se, come molte altre malattie virali, generi immunità; ed a questo punto sarebbe inefficace o molto parzialmente efficace il ricorso alla vaccinazione. Permane nel merito, si ha la sensazione, la più crassa ignoranza: una venticinquenne di Roma dichiarata guarita e negativa per tre tamponi, si è proprio in questi giorni riammalata.
Poi avremo conosciuto la invadenza mediatica, al limite della protervia, che ha sostituito la semplice informazione con infinite passerelle dei già citati “scienziati” di tutto il mondo, senza nulla aggiungere che non confondesse ulteriormente le idee della gente comune. Ne avremo conosciuto anche la indifferenza quando, e non sembri una banalità, nelle lunghe giornate di isolamento in casa, non ha saputo farci compagnia con uno, dico, un programma che non fosse datato di almeno cinque anni e che tutto facesse, meno che infonderci serenità o semplice distrazione.
Avremo imparato che alcuni settori dello Stato, come la sanità, non possono assolutamente venire secondi ad altre forme di discutibile socialità (e più avanti vi spiegherò perché non dico “welfare”), sottoponendoli a tagli strutturali ed economici di strettissima veduta.
Avremo imparato la stupidità di quanti, specie in una situazione di massima allerta come quella che stiamo vivendo, credono di farsi capire meglio abusando e stra-abusando di termini inglesi, così lontani (per fortuna) dalla gran massa di comuni cittadini che, in Italia, sono per oltre il 60% persone anziane, abituate (anche questo per fortuna) a parlare in Italiano, se non in dialetto. Vi pare che sia il caso, come va sostenendo il nostro concittadino onorario (quello sì con tutti i reali meriti) Prof. Sabatini, presidente emerito dell’Accademia della crusca, che in simili situazioni si parli di “lockdown” di “telegram in down” o di “cashback”, o di “recovery fund”?
Avremo imparato quanto siamo deboli ed inaffidabili se non sappiamo temporaneamente rinunciare all’aperitivo o alla colazione al bar, alla partita di pallone, alla corsa per via Caracciolo o Villa Borghese, alla festa da ballo, al cenone di Natale. E non mi pare che si sia tanto sofferto, invece, per le restrizioni riguardanti le onoranze funebri; e questo la dice lunga!
Avremo imparato quanto sia stupido emanare disposizioni senza avere la possibilità e la certezza di farle rispettare, ed il buon Manzoni, se mai i nostri attuali politici lo avessero letto, ne dà ampia dimostrazione parlando delle famose “gride” seicentesche.
Avremo imparato quanto siano variopinte le idee dei nostri politici che si sono inventati le zone rosse, arancioni, gialle… indaco e violetto per poter dire tutto e il contrario di tutto, nel timore di far dispiacere qualche categoria portatrice di voti.
Avremo imparato come sia facile poter disperdere in mille rivoli ingenti somme elargite in sostegno alla economia del paese, facendo rientrare dalla finestra, e pagandoli, un numero di addetti eguali o maggiore di quello dei deputati e senatori fatti uscire dalla porta con l’ultimo referendum; e dopo quelli per i monopattini avremo bonus (mi sbaglio, o è un temine latino?) per le facciate degli edifici ed i rubinetti di casa. Ed io mi immagino già i reclusi per mafia o gli spacciatori di droga ricevere, oltre al reddito di cittadinanza, anche tutti questi altri bonus aggiuntivi.
Avremo imparato a dire addio al denaro contante e ad usare solamente la carta di credito, in modo da non poterci concedere più nemmeno un banale lecca-lecca o una bustina di nocciole americane, perché ci costerebbero il doppio per i servizi bancari, e saremo controllati dal Grande Fratello Stato in tutto: dagli orientamenti dei nostri gusti culinari, vestiari, goderecci, ai soldini che guadagniamo a quelli che vorremmo tenerci per risparmio. Non esisteremo più; saremo massa della più becera, manovrabile e prona ai voleri del potere costituito (ma troppo spesso anch’esso neppure costituito, ma semplicemente sottratto ad altri che forse, per rappresentanza ideologica, ne hanno più diritto).
Ed avremo imparato tante altre cose storte, che sono ormai accettate con tranquilla seraficità.
E allora … evviva la pappa col pomodoro!
Claudio Gliottone