Fortemente voluta da Vittorio Sgarbi, curatore del Padiglione Italia della 54.Esposizione Internazionale d’Arte – la Biennale di Venezia e su segnalazione della storica dell’arte statunitense di prestigio internazionale, D.ssa Barbara Rose, la monumentale scultura “Fieramosca” di Arturo Casanova è stata selezionata come una delle opere più significative a rappresentare la celebrazione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Infatti nella prospettiva di unire la poesia del messaggio artistico e la riflessione sulle esperienze storiche dell’Italia, essa si propone come simbolo propiziatorio di una unità ritrovata ma allo stesso tempo ancora in progress e che vede alla Biennale di Venezia, davanti al Padiglione Italia nei Giardini dell’Arsenale, l’occasione più adatta per essere presentata grazie al sostegno della galleria Allegretti Arte Contemporanea di Torino.
Si tratta di un gigantesco elmo in bronzo, nato da un’idea dell’artista casertano e capuano d’adozione Arturo Casanova in collaborazione con Architempo di Capua e Segmento A di Caserta.
Il grande elmo ha l’eccezionalità di esplicarsi attraverso la peculiare inclinazione di 16° dell’ asse rispetto al piano di appoggio ed è composto da circa 150 placche di bronzo saldate assieme, raggiungendo le misure di 8m in altezza e
“Esso si configura come non–monumento – dice l’artista Casanova – ossia una nuova visione dell’opera d’arte monumentale che guarda ad un modello urbano-poetico che aspira ad interagire e comunicare con la società attuale”.
“Siamo orgogliosi della scelta di Sgarbi che ci dà l’occasione di presentare il bello e il buono della nostra terra ad una platea internazionale” dice Giuseppe Bellone project manager di Architempo, l’associazione che è all’origine dell’operazione e che cura l’organizzazione generale del progetto – “Tutto cominciò, infatti, nel 2007, quando, in occasione del 504esimo anniversario della Disfida di Barletta, Architempo, ristampò il romanzo «Ettore Fieramosca» di Massimo D’Azeglio, commissionando la copertina all’artista Casanova raffigurante, appunto, l’elmo. Partendo da quella immagine nacque l’idea di realizzare con lo studio di progettazione architettonica Segmento A di Caserta (Giovanni Palmiero, Alessia Fratta e Massimiliano Palmiero) il «Fieramosca info-point monument», una scultura/architettura che fosse punto informativo per i turisti, destinata a riqualificare
L’opera “Fieramosca” è un concentrato di professionalità campane: la realizzazione dell’ opera in bronzo è della Fonderia d’Arte2000 di Nola, mentre la carpenteria metallica è ad opera della UGi srl – di Castellammare di Stabia , su progetto strutturale e definitivo degli architetti Giovanni Palmiero, Carmine Nocera e dell’ing. Corrado D’Alessandro.
L’intero “viaggio” del progetto sarà poi raccolto in un libro che ARCHITEMPO sta realizzando con il fotografo Giovanni Izzo che sarà presentato in occasione dell’approdo dell’elmo nella sede originaria a Capua, citta natale del condottiero Ettore Fieramosca, (Capua, 1476 – Valladolid, 20 gennaio 1515) eroe della “Disfida di Barletta” e simbolo ante litteram di unità nazionale, dove l’opera sarà installata permanentemente, funzionando come un centro tecnologico di comunicazione e trasmissione di memorie del nostro presente.
54. Esposizione Internazionale d’Arte – la Biennale di Venezia
Padiglione Italia, Giardini dell’ Arsenale
4 giugno – 27 novembre 2011
Ludovico era primogenito di Troilo, generale degli Aragonesi, e di Caterina Caracciolo. Ebbe l’onore di essere scelto fra i vari contendenti (tredici in tutto) che in seguito si batterono nella Disfida di Barletta. Nella lotta si distinse insieme a Ettore Fieramosca riuscendo a travolgere fino a far indietreggiare e ritirare dal campo due cavalieri francesi.
In seguito comprò, nel 1514, il feudo della dogana e dello scannaggio e la terra di Pietramelara a Teano. Nel 1516, espanse ancora il suo territorio con Marzanello, riuscendo poi a diventare sindaco (all’epoca erano in tre a svolgere tali funzioni) dell’Università di Teano.
« Heroe d’ammirabile valore fu quel Ludovico d’Abenavolo non meno invitto guerriero che famoso conduttiero di cavalli: Egli con l’armi in mano in pubblic’agone con quei dodici compagni Italiani il pregio dell’italico valore, sopra tutte le nazioni del mondo sostenendo col riportare glorioso trionfo, questa sua patria non solo: ma l’Italia tutta illustrò » |