La presenza della prima comunità francescana a Teano risale al XIII secolo con la fondazione del Convento di S. Francesco da parte dei Conventuali, che vi risedettero fino alla soppressione napoleonica e alla definitiva confisca. L’erezione di quel convento viene fatta risalire al 1281, anno in cui il decano del capitolo Cattedrale Giovanni donò ai frati conventuali il terreno per l’edificazione di una chiesa . Di certo la Chiesa di S. Francesco, sul cui portale è singolarmente scolpita in tenue bassorilievo l’immagine del Santo insolitamente paffuto e rubicondo, fu edificata nella sua monumentale struttura nel Trecento per essere stata consacrata dal vescovo nostro concittadino Nicola de Diano (1393-1418). Fra’ D’Andrea riporta dal Bullarium Franciscanum gli atti di un processo dal quale risulta che sin dal 1325 circa i francescani svolgevano la predicazione in loco Teani . Le vicende della fondazione del convento di S. Antonio sono così e-spressivamente descritte da fra’ Caterino: "Questo convento fu fondato nel 1428 in virtù di una Bolla di Marino V: Sinceræ devotionis affectus del primo ottobre 1427, diretta al vescovo di Teano. Il Pontefice accolse benevolmente una supplica del duca di Teano Giovanni Antonio Marzano, del Senato e dei cittadini teanesi, i quali domandavano di potere edificare un convento di Minori Osservan-ti, verso cui professavano una grande e fervente devozione. La Bolla papale fa menzione di una cappella dedicata alla SS. Trinità, detta volgarmente «la Trene-tate», presso la quale si era divisato di far sorgere il nuovo convento. Il Papa inca-rica i due francescani Fr. Martino di Campagna e Fr. Nicola di Castellammare di Stabia, dell’esecuzione del progetto e li autorizza a scegliere all’uopo il luogo che più riuscisse loro gradito. Il cavaliere teanese D. Ludovico Gallucci donò per quest’opera di pietà religiosa un vasto appezzamento di terreno per il convento, la chiesa, l’orto e il bosco e ben presto in meno di un anno "prope sacellum Trini-tas", su un’amena collina fuori della città sorse il nuovo cenobio che fu dedicato a S. Antonio di Padova. Alla spesa occorrente contribuirono il su detto duca Mar-zano, la Comunità e i cittadini di Teano. Il Gonzaga e gli altri cronisti dell’Ordine e della Provincia dicono che il convento sorse per impulso di S. Bernardino da Siena, cui fu consegnato ad opera compiuta." Nel suo lungo peregrinare per l’Italia meridionale, dove costruì e accrebbe conventi, per lo più in luoghi appartati, compiendo prodigi di grande risonanza, S. Bernardino certamente dovette sostare a Teano, dove già si erano insediati da oltre un secolo i Conventuali, e forse dalla sua predicazione sorse l’iniziativa di istituirvi un altro convento francescano degli Osservanti, in quegli anni protesi ad affermare la loro autonomia in seno all’Ordine. Come abbiamo appreso dalle pagine citate del Caterino, la fondazione del convento non fu iniziativa di una o di poche persone, ma fu promossa e sostenuta da autorità e popolo, sicché il concorso di tante persone non può essere che manifestazione di una corale, entusiastica adesione alla travolgente predicazione del Senese. La tradizione, ripresa anche dal Gonzaga , vuole che il primo nucleo del convento sia stato preso in consegna dal Santo che tuttavia, come osserva acutamente in proposito il D’Andrea, divenne vicario generale dell’Osservanza solo nel 1438. Il terreno donato dai Galluccio, nobilissima famiglia teanese di discendenza longobarda alla quale appartenne Teodora, madre di S. Tommaso d’Aquino, che si estinse sul finire del ‘600 nei de Angelis Marchesi di S. Agapito, è certamente quello su cui sorse il convento e il sacello della Trinità potrebbe individuarsi nella cappellina posta tra le cappelle di S. A-tonio e S. Bonaventura, o in qualche avanzo di antiche strutture murarie sulla sommità del colle, dove poi sorse il collegio . Il terreno, infatti, era incluso nel latifondo di S. Massimo, che in parte, per ininterrotta successione dai Galluccio, ancora appartiene alla famiglia Caracciolo di S. Agapito. Il luogo ameno, areato e ben esposto, con l’incantevole veduta che spazia sovrana dalle bianche cime del Matese ai boscosi monti di Roccamonfina fino al mare del lunato golfo di Gaeta, la vicinanza al centro abitato dirimpettaio, la discreta lontananza dalle strade affollate e frequentate, rendono ancora oggi il convento sede ideale e ambita per vivere e pregare in serafica, placida, contemplativa quiete, senza per nulla sentirsi lontani dalla società.
Giulio De Monaco