L’altro giorno abbiamo pubblicato la bozza di regolamento della Consulta Comunale sull’ambiente che i consiglieri comunali Carmine Corbisiero e Gianpaolo D’Aiello hanno predisposto per sottoporla all’approvazione del Consiglio comunale. Nella presentazione del documento abbiamo cercato di trasferire il pensiero dei proponenti, senza assolutamente fare nostre alcune affermazioni contenute nell’articolo di accompagnamento.
Abbiamo inteso, e l’ ingegnere Gino Gelsomino come professionista e come presidente della Consulta dei tecnici, questo lo ha ben capito, offrire ai nostri lettori, interessati alla materia, la opportunità di non arrivare impreparati all’appuntamento di giovedì 28 luglio e magari offrire utili ed opportuni suggerimenti. Bene, nella lettera che pubblichiamo, inviataci dall’ingegnere Gino Gelsomino, a parte qualche considerazione sull’attuale critica situazione dei rapporti tra la struttura tecnica comunale ed i tecnici esterni, contiene a nostro avviso, utili spunti di riflessione per gli estensori del documento che potrebbero essere, se condivisi, assorbiti all’interno di una bozza che, per essere tale, è migliorabile soprattutto se i suggerimenti arrivano da chi ha le competenze per farlo.
Egregio Direttore
Con la meritoria pubblicazione sul tuo giornale dello schema di Regolamento della Consulta Comunale per l’Ambiente di prossima approvazione, frutto della collaborazione di maggioranza ed opposizione consiliare, tra l’altro solleciti, se ho inteso bene, il punto di vista dei cittadini interessati. Io ti posso offrire il mio, personale per i tempi ridotti e le ferie che mi rendono difficile riunire gli organi decisionali della mia Consulta.
Debbo anzitutto rilevare la contraddizione tra la roboante premessa ( Il Comune riconosce la partecipazione…di tutti i cittadini…come fondamento del governo del territorio), bada bene “riconosce” e non incoraggia o promuove, con tutto ciò che segue: il Comune, e cioè l’Amministrazione Comunale, come riconosce tutto ciò? Nominando una Consulta di 6 esperti, espressione quindi del Consiglio Comunale e non certo organo di partecipazione dei cittadini se non per via indiretta e sussidiaria. E si può definire un mezzo di partecipazione democratica una nomina eseguita dall’alto fatalmente fatta per affinità politica, un clone del parlamentino comunale? Credi che un simile organismo possa dare un dispiacere a chi lo ha scelto fornendo pareri puntuali e critici, ed insomma indipendenti, a scelte operate o che si appresta ad operare chi lo ha nominato? I cittadini per parte loro hanno già inteso interessarsi a tali tematiche organizzandosi nelle numerose associazioni che caratterizzano la nostra comunità: la loro consultazione forse potrebbe far raggiungere più proficuamente e democraticamente gli obiettivi prefissati.
Nella tua premessa si fa riferimento a “tecnici” che avrebbero insistentemente richiesto l’istituzione di un tale organismo. Io non so chi siano costoro, se cioè professionisti operanti nella nostra Città in quelle materie o chi altri. La nostra consulta “Evoluzione”, costituita ad oggi da oltre 50 professionisti, ha richiesto sì insistentemente al Consiglio Comunale l’istituzione di un organismo, ma si tratta della Commissione Edilizia: finora nei fatti ci è stato risposto di no senza fornire motivazioni.
Volendo entrare nel merito del Regolamento, si dice che la composizione è limitata a 6 esperti, senza l’indicazione di alcuna caratteristica o materia della quale questi signori dovrebbero avere conoscenza o portare esperienza. I temi di interesse sono numerosi per cui si deve trattare di conoscenze vaste ed articolate, anche se a me tra le questioni sarebbe piaciuto vedere qualcosa che riguardasse la realizzazione dei lavori, una valutazione cioè ex post delle opere realizzate. Per quanto riguarda l’art.6 spero proprio che la Consulta abbia più fortuna nei rapporti con gli Uffici comunali, di quanta ne ha un cittadino o una associazione territoriale: prima o poi racconterò ai tuoi lettori come va avanti e si sarà conclusa la nostra lotta, perché ormai di questo si tratta, col muro di gomma comunale per avere documenti pubblici, per il quale nemmeno il ricorso al TAR ha costituito un punto di arrivo.
Tralascio di commentare le carenze della parte funzionale del documento (come vanno invitati i componenti alle adunanze e quanto tempo prima, le modalità e validità delle votazioni, ecc.) per non abusare della pazienza tua e dei tuoi lettori. Onestamente, credo che l’attenzione del Consiglio Comunale dovrebbe forse essere rivolta a problemi più attuali e drammatici che coinvolgono la nostra comunità piuttosto che l’istituzione di un organismo consiliare di cui non si vede la necessità e l’utilità, visto che è un duplicato di quanto democraticamente formatosi per iniziativa spontanea dei cittadini.
Naturalmente si tratta dell’opinione di un abitante qualsiasi, della quale, come esperienza insegna, nessuno terrà conto.
Gino Gelsomino
Caro abitante qualsiasi,
permettimi di pensare diversamente da te, almeno per il pensiero contenuto nell’ultima tua frase. Il documento ci è stato inviato per la pubblicazione proprio nell’intento di raccogliere pareri e suggerimenti. Il tuo intervento, nella sua splendida solitudine, è qualificato ed entra nel merito. Perchè pensare che gli estensori della bozza non debbano tener conto delle tue puntuali osservazioni, ovvero lo stesso Consiglio comunale e magari adeguare il testo iniziale per approvare un documento che, se non del tutto condiviso, almeno recepisca ciò che è recepibile e spieghi il perchè del non recepibile?
Riserviamoci un reciproco commento dopo l’approvazione definitiva del documento.
Antonio Guttoriello