“Per ogni lacrima scesa e per quelle nascoste di notte al chiaro di luna complice”
Il 25 novembre si celebra in tutto il mondo la Giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne, proclamata dall’Onu nel 1999. La violenza sulle donne è una piaga che l’umanità non è ancora riuscita a sanare. Nonostante il passare degli anni, i ricambi generazionali, il varo di nuove leggi come la Convenzione di Istanbul, ancora oggi milioni di donne subiscono violenze di ogni tipo. Oltre alle donne uccise, inoltre, vanno contate anche tutte quelle che, pur non avendo perso la vita, sono state maltrattate, picchiate o violentate. Il problema della violenza di genere è innanzitutto un problema culturale che coinvolge la società. Il problema della violenza non si risolve solo nei palazzi di giustizia ma nella società, si risolve non cercando di giustificare i messaggi di pubblicità sessista o le comunicazioni improprie sui social. Giustificare rafforza il senso del poter farlo di nuovo da parte dell’uomo, perché sembra normale, condannarlo prima socialmente e poi giuridicamente è questa la normalità. Per porre l’attenzione su questo gravissimo problema e sensibilizzare uomini e istituzioni di tutto il mondo, il 29 novembre la F.I.D.A.P.A. sezione di Teano ricorderà tutte le vittime di violenza durante una celebrazione eucaristica che si svolgerà alle ore 18:00 presso la chiesa di San Francesco. In concomitanza con il tema l’Istituto Alberghiero “IPSSART” di Teano magistralmente diretto dalla prof.ssa Orso, si farà promotrice di una conferenza il 5 dicembre per sensibilizzare gli studenti sul tema della violenza sulla donna. La conferenza si inserisce nel progetto “ Una scuola sostenibile”, il problema della violenza di genere è legato all’Obiettivo 5 che le Nazioni Unite hanno inserito tra i 17 Obiettivi di sviluppo Sostenibile da raggiungere entro il 2030. Il problema è strettamente legato al concetto del Rispetto, si deve avere rispetto per la Donna e di conseguenza rispettare la Terra. Il desiderio di possedere una donna o l’ambiente che ci circonda procura lo stesso risultato: la distruzione. Desideriamo di possederle, di dominarle quando dovrebbero essere amate, costudite anziché concepirle come proprietà. Ecco perché lo sfruttamento della natura e la violenza sulla donna hanno origine da una stessa radice: il possesso.
Sara Finocchi