IL NOME DELLA ROSA.
Rosa pristina stat in nomine, nomina nuda tenemus.
(Adso da Melk)
“In principio era il Verbo e il verbo era presso Dio , e il verbo era
Dio.Quessto era in principio presso Dio e compito del monaco fedele
sarebbe ripetere ogni giorno con salmodiante umiltà l’unico
immodificabile evento di cui si possa asserire l’incontrovertibile
verità. Giunto al finire della mia vita di peccatore, mentre canuto
invecchio come il mondo, nell’ attesa di perdermi nell’abisso della
divinità silenziosa e deserta…”
Umberto Eco con la voce del novizio benedettino Adso di Melk narra “
gli eventi mirabili e tremendi in cui in gioventù mi accadde di
assistere”
In modo similare l’ignota voce che si cela sotto le spoglie di Fratel
Tempera, e che tradisce suo malgrado, un’educazione da seminarista,
narra in sintesi apocalittica le vicende dei due anni
dell’amministrazione comunale espressa dalla congrega “Un’opportunità
eccetera”. Si emenda, si pente e parla di ricostruire sulle ceneri di
un disastro elettorale. La prosa è leggera, stuzzicante, ammiccante,
in breve è l’ombra del profeta Geremia che recita le sue geremiadi
sulle rovine della città santa, con gli occhi allagati di pie lacrime
e le urla di rammarico che gli si strozzano in gola.
Sembra quasi sostenere: “Ho smesso di aiutare le persone e di essere
sempre presente, da adesso ci sono solo per le persone che se lo
meritano davvero, le delusioni aiutano a crescere e dopo tanti
delusioni una persona cambia.”
Gli anonimi che si celano sotto la cocolla di un monaco stanno
aumentando con PREOCCUPANTE dismisura, non mi stupirei se nascessero
dopo il più simpatico Fratel Comodo, che potrebbe identificarsi col
personaggio che si nasconde nel saio di Fratel Tempera, che non
tempera proprio un cactus , anzi attizza, infoca, sobilla, dicevo
sorgessero come spine nel fianco del sindaco e dei suoi sottopifferi
un fra Cazzo da Velletri, un Fra Mamozio ( Macario con Totò nel Monaco
di Monza) un Fra Pappina, Don Lurio o, ancora peggio una parodia di
Don Camillo che per l’occasione potrebbe , sostituendo una consonante,
trasformarsi in DON CAVILLO. E a dire il vero l’estensore del pezzo di
ecclesiastica confezione lo è cavilloso e ce n’è perfino d’Avanzo,
cavillossissimo. Prosa d’occasione, lacrime di coccodrillo: “
Lasciando perdere quel noioso filosofo gesuita di Fra Tempera, voglio
invece sostenere le ragioni della frizzante e simpatica dottoressa
Adele Passaretti, per dare forza alle sue ragioni riprendendo
direttamente le sue sagge e veritiere parole. “Questa non è
un’amministrazione normale” e su questo siamo tutti d’accordo” recita
Fratel Comodo che forse avrebbe fatto bene a raddoppiare la m
diventando Commodo l’imbarazzante, tragicomico figlio di Marco Aurelio
, lo sterminatore dei Daci. E conclude il suo morbido quaresimale con
una astronomica bufala “ Noi. Noi che avremmo eretto una statua di
Nicola Di Benedetto in ogni piazza ed in ogni via di Teano.” L’ingenuo
Armandino mi fa notare e chiede tra l’altro:” Molto violento!!
Benissimo!! Ma chi è Fra Tempera?” Poi rassegnato soggiunge come
preghiera facendo anche rima :” La vita è una serie di incognite, sta
a noi trovare l’equazione giusta per la soluzione!!
Sapete perché? Perché Quando si ama qualcuno così tanto, così
intensamente, così a lungo, non potrà mai liberarsene, non importa
dove vada”. Alla fine le parole restano solo parole e le ciarle sono
per i puri di cuore , che , per inciso, vedranno DIO. Ipoteticamente
il Professor Tempera che siede su una cattedra che non è la sua
avrebbe fatto meglio a scrivere così: “A tutti coloro che soffrono ,a
tutti coloro che piangono ,a tutti coloro che disperano, a tutti coloro
che hanno perso la speranza, ma anche a te che sei felice ,a te che sei
sereno ,a te che ti prendi cura del tuo fratello ,a te che vivi all’
insegna dell’ amore, insomma a tutti …….gioite aprite il vostro
cuore sorridete al mondo e alle sue gioie , perchè in ogni caso vale la
pena vivere questa vita ……non buttate via questa
opportunità…..la vita terrena è una sola non sciupatela rendetela
unica e piena d’amore.”
P.S. Dopo questa sottospecie di apologo di ufficio mi sarà concesso
l’assessorato, naturalmente ben esterno, ai monasteri, ai conventi,
agli eremi , ai monaci & frati burloni.?
Giulio De Monaco
CONCESSO!!!!!
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