Degna di lode la iniziativa del mio amico di scuola media Giulio De Monaco, il quale, proponendo una lista di illustri personalità di Teano, per lui auspicabili candidate alla amministrazione della nostra città, apre di fatto, con qualche mese di anticipo, la prossima campagna elettorale.
Nulla da eccepire sulla bontà delle scelte e sulla tempistica della proposta.
Qualche dubbio nasce, caro Giulio, dal timore di ripetere un errore “populistico” oggi troppo di moda e già fatto dalla uscente amministrazione quando, nel proporsi, mirò volutamente alla esclusione di chiunque avesse avuto già esperienza amministrativa. I nostri lo fecero cinque anni fa; i 5 stelle lo hanno fatto un anno fa a Roma e a Torino e pare lo rifaranno alle imminenti elezioni politiche. Quel che sono state capaci di combinare la Raggi e la Appendino lo sanno tutti e lo “spelacchio” , con i suoi non trascurabili costi, è diventato il simbolo della loro inesperienza e incompetenza.
“La politique d’abord” (la politica innanzi tutto) andava ripetendo il grande statista francese di inizio novecento George Clemenceau, detto “il tigre”; sì, quello stesso che, allo scoppio della prima guerra mondiale, ritornò infuriato al governo della Francia affermando che “la guerra era una cosa troppo seria per lasciarla fare ai generali”!
Perché la politica è presente fin dall’incontro di due persone, figuriamoci quanto serva in una società, sia essa piccola come un comune o grande come una nazione: non se ne può prescindere, caro Giulio. Né la si può improvvisare se non se ne posseggono le chiavi di lettura, il linguaggio, la perspicacia, la visione dell’insieme nel presente e nel futuro. E, come tutte le cose, si impara; una volta la si imparava frequentando le scuole di partito, dove eri ammesso a parlare solo dopo aver ascoltato per anni chi ne sapeva più di te, aveva più esperienza di te. E se valevi ti facevi strada, ed arrivava il tuo momento.
La amministrazione di un comune non è solo abbellire la città, magari tenerla pulita, od organizzare mille feste della mortadella o del prosciutto; amministrare una città è programmazione di interventi seri, sapendo che quasi sicuramente non se ne vedranno personalmente i frutti, ma che altri, magari dopo anni, potranno coglierli e beneficarsene. Bisogna avere la forza d’animo ed il coraggio di farsi una infinità di nemici dalla piccola visione, se invece se ne ha una grande sulla quale è doveroso spendere tutte le proprie forze.
Tornando alla storia di fine ottocento e inizi novecento, mi viene in mente, giusto per esemplificare le cose, e riagganciandomi nuovamente alla Raggi ed alla sua qualunquistica gestione, la costruzione della torre parigina che Eiffel volle con tutte le sue forze e che, nata per la Esposizione Universale di Parigi del 1889, secondo le corte vedute dei suoi oppositori, doveva essere smontata dopo vent’anni. Essa è divenuto il simbolo più importante di Parigi e della Francia intera ed il monumento in assoluto più visitato al mondo!
Ma pochi sanno che una antenna di ricezione, montata su di essa durante il primo conflitto mondiale, permise ai francesi di ascoltare e decriptare tutte le comunicazioni della truppe tedesche. E così, quando queste erano a pochi chilometri da Parigi, bloccate sulla Marna, e comunicarono ai loro comandi di essere ormai stanchissime, i francesi in pochi giorni raggrupparono il loro esercito e lo condussero sulla Marna a bloccare il nemico. In pochi gironi, trasportato a bordo dei tassì reclutati in tutta la Francia. I famosi “tassisti della Marna” compirono il miracolo, grazie alle informazioni assunte attraverso l’antenna montata sulla torre Eiffel! Ma noi, grazie alla Raggi ed al populismo dei 5 Stelle, non correremo il rischio di trarre qualcosa di buono dalle nuove possibili Olimpiadi di Roma, semplicemente perché abbiamo detto che le Olimpiadi a Roma non ci interessano. Manco fossero una ulteriore sagra del prosciutto e della mortadella!
A Parigi la Torre Eiffel a Roma lo “spelacchio” Oh tempora, oh mores!
Ben vengano, ad amministrare un paese, gli “uomini di buona volontà” ; ma abbiano sempre anche la buona volontà di confrontarsi e di affiancarsi al altre persone che abbiano la loro stessa volontà, ma un po’ di esperienza in più.