Ho aspettato che squillassero le trombe e fiumi di parole fossero scritte. Poi ho aspettato il carnevale per convincermi che quelle facce piene di paura, con mascherine messe sulla bocca anziché sugli occhi, fossero solo uno scherzo. Poi è passato Carnevale e lo scherzo non finiva. Era tutto vero. Ma a me, questo Coronavirus ad essere sincero, mi stava antipatico. Perchè per l’ennesima volta noi del sud ci stavamo rimettendo la dignità e anche un pò il culo ( chiedo scusa per i termini). Il nord si prende sempre tutto, ma su questa cosa delle zone endemiche, questa volta, ci stavano massacrando. Per la prima volta, il nord, ha iniziato a prendersi anche le cose brutte. Allora ho pensato: mo davvero a noi non ci rimane più niente, né le cose belle, né quelle brutte. Ci stanno rubando tutto. Poi, un barlume di speranza quando dal San Rocco di Sessa Aurunca trapela la notizia di un caso sospetto con tanto di tampone inviato al Cotugno. Ci siamo – ho detto – fino a prenotare fuochi d’artificio quando è trapelato che il caso sospetto era di Teano. Ecco ho pensato, ci stiamo riprendendo alla grande, ci stiamo riprendendo “chell che è u nuostr”. Invece niente, negativo. Poi finalmente la comunicazione ufficiale: il coronavirus arriva in Campania. Ci ha fatto sudare freddo, ma è arrivato. Vedeste i visi dei giovani studenti. Ancora gondolano di gioia. “Prufessò, pure oggi ci interrogate domani”. E tutti a lavarsi le mani. È immediatamente ripartita l’economia, tutti a fare provviste. Ma mica solo di beni di prima necessità. Si sono impennate le vendite di prodotti mai comprati, tipo le mascherine e l’amuchina. Si racconta addirittura che si riunivano famiglie intere per fare in casa il prezioso liquido in maniera artigianale, tipo “e pummarole r’à stagione” . Sono partite le ordinanze, le sanificazioni con bollettini giornalieri sulla situazione.
ATTENZIONE ATTENZIONE,
chiunque viene a Teano da zone endemiche deve comunicarlo ai Vigili Urbani. Per chi non lo fa multe salatissime. Qui ho capito che era il mio momento. Subito ho alzato il telefono:
Io: Buonasera il comando dei Vigili Urbani?
Vigili : Si buonasera dica.
Io: Volevo comunicare che sono Massimiliano Stefàno e sono appena rientrato a Teano da Milano.
Vigili : Bene , avverte dei sintomi influenzali?
Io : Si , mi fa mal a cap, le ossa, non lo so di preciso.
Vigili : Resti a casa e non si muova, eviti i contatti con gli altri e la chiameremo per conoscere l’evolversi della situazione.
È fatta ho pensato , allora subito ho chiamato a lavoro:
Mi hanno messo in quarantena per sospetto coronavirus.
Sono rimasto sbalordito dalla loro risposta:
Non venire a lavoro mi raccomando curati bene e finché non ti dicono che sei fuori pericolo non venire assolutamente.
Mai successo. Ma le sorprese non sono finite qui. Dopo un po mi richiamano vigili, hanno messo in campo la protezione civile.
Signor Stefàno ci dica di cosa ha bisogno, della spesa che le serve, le manderemo tutto a casa da una pattuglia della protezione civile munita di tute e mascherine di protezione. Lei deve stare tranquillo, pensiamo a tutto noi.
Gli rispondo:
Comandante, dovrei pagare le bollette, do i soldi alla protezione civile?
Lei è pazzo, mi risponde, i soldi sono i primi veicoli di trasmissione del virus? Lasci stare, paghiamo noi poi si vede.
Che cosa straordinaria
Allora vi confesso che in questa situazione di panico totale io credo di aver trovato la giusta soluzione.
E nel caso fra quindici giorni, terminata la quarantena, la situazione dovesse restare uguale, io richiamo i vigili urbani e gli dico:
vedete bene perchè a me, “ me fa mal ancor nu poc a cap”.
Massimiliano Stefàno