Era stato alunno di mio padre, un ragazzino dai capelli castani e lo
sguardo profondo, attento e diligente. Lo ritrovai anni dopo a bottega
da Napoleone il barbitonsore che esercitava degnamente alla fine di
Via Nicola Gigli . Conservava il fisico esile e uno sguardo sognante.
Si chiamava e si chiama tuttora Mino Sferra. Aveva gli occhi incollati
su lisi fumetti di Akim e Tarzan. Fui piacevolmente sorpreso nel
ritrovarlo in quell’angusto bugigattolo a imparare l’arte del taglio
dei capelli. Intanto che attendevo il mio turno attaccai bottone con
Sferra pur timido e schivo. Tra tutto quello che gli scucii dalla
bocca ben disegnata fu che intendeva fare l’attore. Non gli avrei dato
un lirino, ma la tenacia spesso conduce a soddisfare le proprie
voglie. E me lo ritrovai davvero anni dopo attore fatto e rifinito.
Rammento con piacere di averlo gustato nel Barbiere di Rio dove
naturalmente non interpretava il ruolo del barbiere,affidato a uno
stralunato istrionico Abatantuono. Vestiva bensì gli abiti forbiti di
un compassato ingegner Valentini o Serafini..
Non tesserò le sue lodi o farò un itinerario biografico, mi limiterò a dire che
Teano, tra gli altri , può con infinito orgoglio, vantare due GRANDI PERSONE, due
meravigliosi cavalli di razza: lui e Giuliana Guttoriello che hanno
girato il mondo , come bagaglio la loro consumata arte e nella bocca e
nel cuore il nome di Teano. Di Mino ho un altro ricordo più palpabile:
un paio di forbici professionali per appararmi l’indocile ispida
barba. Col tempo si sono spuntate. Le ho fatte riaffilare, dopo che
quelle di servizio mi furono sequestrate all’aeroporto di Malaga in un
luminoso pomeriggio andaluso.. Ora le uso con placida fierezza.
Reciterà ancora nelle piazze del paese sabato nella notte bianca ,
esplosione estrema dei nostri baldi volontari che fanno da
fortunatissimo contrappunto alla trasparente, snervante piattezza
degli eroici geni di ” Una opportunità (del Cactus) per Teano.
Applausi a questa nostra fulgida gloria, applausi a profusione, a barili, a
catinelle, memori di un ragazzino educato e discreto che spazzava
setole e faceva sciampi da Napoleone, il mitico barbiere di via Nicola
Gigli, Senatore del Regno.
Giulio De Monaco