Molti anni fa, correva l’anno 40 d.C. circa, pensate un po’, ben prima che fosse inventato il Tricolore, Garibaldi e l’eterna diatriba tra Teano e Taverna Catena, l’allora imperatore Gaio Giulio Cesare Germanico, comunemente chiamato dagli amici “Caligola”, avendo uno strettissimo rapporto con il proprio cavallo Incitatus – sembra addirittura lo invitasse a sedere alla sua tavola, a bere vino da calici d’oro e parlare amorevolmente del più e del meno – decise, per personalissima simpatia, di riconoscergli l’alloro della carica di Senatore Romano. In questi giorni, rileggendo questa vicenda, ho seriamente pensato di acquistare un cavallo, magari però lo avrei chiamato “Baiardo”, memore delle qualità della cavalcatura del prode Rinaldo nell’Orlando Furioso (si vocifera che il cavallo fosse intelligentissimo e si potesse addirittura allungare a seconda di quanti cavalieri lo montavano), e di proporlo, in questo clima di prodigalità generale, per una cittadinanza onoraria o qualche altra onorificenza. Il clima, guardando i prossimi lavori del Consiglio Comunale sarebbe stato sicuramente giusto. E, infatti, a mio sommesso parere, accanto a personalità del mondo della politica o della cultura, che non hanno rivestito alcun ruolo importante per la nostra Comunità, un bel cavallo lo avrei visto bene. Rinsavito, però, dopo questa trovata goliardica, ho deciso di non acquistare più il cavallo, e neppure un cane, vuoi mai che anch’esso accampi qualche pretesa, e quei pochi neuroni di cui sono ancora dotato, e di cui mi fido, mi hanno ricordato che il fregiarsi del nome di cittadino di Teano è un qualcosa di importante, immeritevole di essere inflazionato. L’attribuzione della cittadinanza della nostra città, le radici del nostro Territorio, andrebbero centellinate, direbbe un comune latinista, cum grano salis estendendole solo per particolari meriti. Meriti, ovviamente oggettivi, e non simpatie personali, appartenenze a circoli condivisi o frange politiche amiche. Nello specifico, poi, se il riconoscimento all’On.le Bonavitacola, verso il quale non mi permetto minimamente di esprimere alcun giudizio personale e mi scuso se suo malgrado lo porto ad esempio, deve essere unicamente ricondotto, come sembra, alla famosa – e mi sia consentito, scritta malissimo “Legge Salva Teano” – mi chiedo, scevro dal ragionamento della vicinanza personale dell’interessato al proponente, perché tale ragionamento non è stato fatto pure nei confronti di chi ha proposto la legge, la ha seguita e/o proposto la modifica? Perché in tale processo di beatificazione non sono stati coinvolti, ad esempio, pure l’On.le Oliviero e l’On.le Zinzi? Forse non faceva piacere e non si sarebbe conseguito il plauso che si intende conseguire. Qui non si vuole discutere sulle persone insomma, ma si intende sottolineare semplicemente che il metodo ed il metro di valutazione andrebbero, dico sommessamente, rivalutati nel rispetto di tutti i cittadini e della nostra storia. Ma bando alle ciance, il 26 è alle porte, bisogna fare festa, perché a differenza di tutti gli altri posti, Teano sarà, così mi è sembrato di leggere due volte, “maTrina” (non so perché il mio computer me lo segna errore) dell’unità d’Italia e questa volta, a quanto sembra, nessuno potrà toglierle questo primato.
Carlo Cosma Barra