Sidicino, penso che oggi è veramente necessario fare il punto sulla problematica in parola. Quest’argomento ha accompagnato tutto il popolo italiano negli ultimi anni in una persistente comparazione della vicenda italiana a quella di nazioni realmente federaliste, di un federalismo con basi molto differenti.
In realtà, forse, in Italia oggi il federalismo è inutile, fino ad oggi con tutta sincerità è stato dannoso. Ha fatto esplodere il debito pubblico e ha sottoposto i cittadini a una doppia tortura. Un solo dato; dal 1995 le tasse locali sono lievitate del 138 %, una vera e propria esplosione, che non ha evitato che crescessero anche le tasse nazionali del 6,8%. Quindi, paghiamo Roma, paghiamo le Regioni e i Comuni. Inoltre, per quanto riguarda il nostro Sud, il passaggio di determinate funzioni ai poteri locali ne ha peggiorata notevolmente la qualità.
Storicamente, il federalismo, nelle grandi nazioni, ha unito ciò che era diviso e non è mai servito a disunire quello che era unito. In Italia poteva essere un’opzione all’epoca di Gioberti, Cattaneo, prima dell’Unità d’Italia, non certo dopo un lungo percorso unitario. Negli Stati Uniti, dove il federalismo funziona, tutto cominciò con gli insediamenti degli immigrati dall’Europa che crearono villaggi, paesi, città, poi Contee e Stati. A quel punto il federalismo mise insieme tutte queste realtà politiche economiche e geografiche. Invece, il federalismo ipotizzato da noi si è risolto in un vuoto nominalismo nato per assecondare la propaganda della Lega, in realtà la risposta sbagliata a problemi giusti. La questione del Nord, esplosa nei primi anni novanta, aveva un fondamento. Un’area cresciuta economicamente chiedeva, giustamente, più infrastrutture, qualità dell’amministrazione e dei servizi. Ma questo non c’entrava nulla col federalismo, si potevano far funzionare bene le autonomie che già esistevano.
Per vent’anni abbiamo ascoltato, da parte dei sostenitori del federalismo, argomenti come quello secondo cui “più gli enti che spendono sono vicini ai cittadini, maggiori sarebbero le capacità di controllo da parte della collettività. In Italia si è verificato l’esatto contrario: la vicinanza dei centri di spesa ai cittadini è stata un fattore che ha generato clientelismo, familismo, amoralità, moltiplicazione della spesa.
La colpa di tutto questo è data dall’ignoranza culturale della classe politica, pronta a seguire slogan e mode, senza un minimo di valutazione critica. Da sinistra a destra tutti corresponsabili. Nel
Fattore negativo in assoluto per la destra italiana è stato quello di aver dilapidato quel patrimonio di credibilità che le veniva dalla battaglia di Giorgio ALMIRANTE contro le Regioni, quando fece l’ostruzionismo in aula parlando alla Camera per oltre nove ore. All’epoca soltanto il MSI e il PLI di Giovanni Malagodi si dichiararono contro le Regioni. Peccato che alla data odierna non c’è un politico che abbia il coraggio d’azione di sciogliere le amministrazioni regionali al fine di sottrarre le ingenti risorse economiche che attualmente vengono dilapidate da una pessima gestione amministrativa locale.
Non sono chiacchiere, la cronaca nazionale parla chiaro i fatti sono noti a tutti..
Mario BISCOTTI