Senza andare poi tanto lontano nel tempo, anche a Teano, si andava a bottega ad imparare l’arte del sarto, del barbiere, del falegname, del pasticciere. Insomma, si imparava un mestiere senza la qual cosa non si andava da nessuna parte. Ed il mestiere, così appreso, era ancor più valutato se il “mastro” era autorevole e riconosciuto da tutti. E chi non conosce le scuole dei grandi Maestri della pittura, della scultura? Andare a bottega del Michelangelo o di Giotto fino a riferirsi ad una “scuola giottesca” quale fu quel movimento pittorico del XIV secolo che raccolse gran numero di pittori legati dall’insegnamento e dall’imitazione dei modelli di Giotto, era sinonimo di maestrìa, o come si dice oggi, di professionalità. Prima ancora, già molto prima, avevamo avuto Democrito e Platone. Gli antichi Greci, infatti, definivano paideia il lungo processo di formazione dei futuri cittadini, che prevedeva l’apprendimento di determinate conoscenze e l’acquisizione di specifiche attitudini. Il principio di base era che senza educazione non potesse esserci cultura, e che la cultura fosse fondamentale per un esercizio della cittadinanza che prevedeva la partecipazione agli organi politici democratici e un servizio militare praticamente permanente. L’obiettivo ideale della paideia era conseguire l’aretè, un’eccellenza pubblicamente riconosciuta sotto vari aspetti, soprattutto la forma fisica e il perfezionamento dello spirito. In termini competitivi, l’aretè cui mirava la paideia rappresentava il fondamento della leadership. Oggi, invece, come si guarda e si interpreta la Città di fronte ai suoi problemi di gestione tecnica e amministrativa? In un tempo di incertezza politica, di frammentazione istituzionale e di dispersione urbana, sempre più le amministrazioni pubbliche sono chiamate a confrontarsi con molte questioni di management che riguardano le città in relazione a temi socio-economici, di mobilità e di abitabilità urbana. Ecco, una breve premessa per comprendere del perché dell’abisso in cui è precipitata la nostra Teano. Una volta, i giovani appassionati di Politica ascoltavano e auspicavano di seguire le orme dei Politici Luigi Maglione (vedasi Museo Archeologico), dei Claudio Cipriano (vedasi le Sue numerose pubblicazioni di Storia locale), dei Corrado D’Ajello (strenuo difensore dei valori di Unità che rappresentava Teano. Famosa la Sua idea di apporre un faro perennemente acceso sulla cima di Monte Lucno. Il faro dell’Unità Nazionale), dei Luigi Vernoni (un pozzo di sapienza e visione politica), vedi i Guido Zarone (altro cultore di Storia teanese). E tanti altri, veri e propri “maestri” della Politica a cui si abbeveravano schiere di giovani. Scuole di pensiero politico, insomma. Gli (A)mministratori o (G)overnanti della Teano odierna, da quale “mastro” hanno appreso la propria (f)ormazione politico-amministrativa? A quale “scuola di pensiero” si rifanno? Un vuoto assoluto, un silenzio assordante. Senza rifarci agli strafalcioni di ordine amministrativo, senza rifarci a chissà quali Piani programmatici o ad una Visione di quella che dovrebbe essere la Città di Teano, certamente non appartengono a nessuna Scuola Politica o Scuola di pensiero. Affermazioni come quelle appena pronunciate dal (S)indaco: “Purtroppo, la Città cade letteralmente a pezzi e non solo nelle Frazioni….. Eppure, credetemi, in questi primi undici mesi, abbiamo lavorato incessantemente per ridare alla macchina amministrativa un minimo di efficienza e di prospettiva……(?) Poi, tra quattro anni, com’è giusto che sia, saremo giudicati sulla base dei fatti”. Tra quattro anni? No grazie, almeno per noi, ci bastano e ci avanzano questi soli undici mesi.
Ci basta osservare come viene effettuato il controllo sulle attività della Ditta preposta al “controllo giornaliero” dell’acquedotto di Via Abenavolo per la qual cosa si pagano fior fior di gabelle. Come effettuano il controllo quotidiano se persino la porta di accesso è ormai sbarrata dai rovi e sterpaglie a testimonianza che da lì non è mai passato nessuno per il “controllo giornaliero”? “Acquaiuo’, l’acqua è fresca?… Manco ‘a neve!”. E tali controlli non abbisognano di giustificazioni “…..per le disastrate condizioni finanziarie dell’Ente”. O
no? Anzi come si fa a pagare il dovuto alla Ditta senza che questa non ha ottemperato ad un servizio? La cosa risulterebbe alquanto sospetta. O no? Vogliamo poi parlare delle condizioni in cui versa la Casa Comunale? Pietose, indegne, indecorose al punto tale da far pensare che se si tiene così la Casa Comune dei Cittadini Teanesi allo stesso modo si tengono le proprie rispettive dimore private. O no?
Ed anche in questo caso non abbisognano di giustificazioni “…per le disastrate condizioni finanziarie dell’Ente”. Visto che si spendono e si elargiscono fino a ben 40.000,00 Euro solo per gli Studi di fattibilità di Progetti a di là da venire e semmai verranno eseguiti. O no? “Acquaiuo’, l’acqua è fresca? Manco ‘a neve!”. “I cattivi cittadini che arrivano alle cariche istituzionali, quanto più sono indegni di occuparle, tanto più si mostrano incuranti e pieni di stoltezza e di arroganza” (Democrito). Tra quattro anni? No grazie, almeno per noi, ci bastano e ci avanzano questi soli undici mesi. A proposito di ciò, Assessore Maddalena Bovenzi: “Mentre il Medico studia, il malato muore!”. O no? (Paese News 30.05.2022). Che fine ha fatto la Sua iniziativa/argomento su “Teano quale Punto di Riferimento per uno Studio sul Risorgimento”? (ns. 13.11.2022).
Che fine ha fatto “lo studio di fattibilità” per il recupero della “Vasca”?
Pasquale Di Benedetto