Il Re accorto, quello per intenderci di un paese non tanto lontano della settimana scorsa, per distogliersi dal tran tran quotidiano aveva deciso di dedicarsi alla floricultura: rose senza spine, tulipani e girasoli erano la sua passione. Dopo un po’, sebbene avesse un animo sensibile, decise che era cosa buona e giusta convocare in assemblea tutti propri fidi consiglieri – che erano soliti bighellonare – per tirare loro un po’ il collo. Al palazzo reale c’era la Strega Belarda, esperta di fatture ed incantesimi (o così diceva il suo c.v.), Pluto, famoso per il fiuto, Paperino, dall’eloquio accattivante e per l’occasione anche Spidermàn e Batmàn (quelli con l’accento sulla “A”). Tremal Naik e Sandokan, amici di tante avventure, erano stati allontanati in malo modo dalla corte. Il Re era preoccupato, le cose non andavano bene, anzi andavano decisamente male, ma ciò che più gli toglieva il sonno, sebbene abituato a dormire su tredici guanciali, era il calo di popolarità. Fregandosene completamente delle cause, vuoi mai che queste potessero essere ascrivibili a lui, chiese ai consiglieri, che come dice la parola, dispensavano consigli, di prospettargli ogni tipo di soluzione utile. Pluto e Paperino, cosa abbastanza logica – stiamo parlando sempre di un cane e di un papero – preferirono non rispondere perché non avevano nulla da dire; Spidermàn era intento a tessere una tela- non si sa se a favore o contro il re, in quanto era un ragazzo molto confuso – mentre Batmàn si era appeso a testa in giù come un pipistrello non chiedeteci perché … infondo Batman era famoso per essere molto misterioso. Scocciato perché i consiglieri non sapevano dare consigli, il Re sbottò << ma in che fiaba stramba sono finito mai? Mangiapane a tradimento, non dovevo cacciare dal mio entourage ( il re era sempre forbito nel suo eloquio) Tremal Naik e Sandokan; avranno avuto quell’aria da cafone orientale, ma qualche idea l’avevano!>> A questo punto si fece avanti la Strega Belarda che gli consigliò di convocare una assemblea pubblica dove esporre ai sudditi tutte le proprie conquiste. In quell’occasione, infatti, visto che le conquiste non erano poi tante, anzi un po’ scarsine, la strega avrebbe gettato un sortilegio con cui le parole del re avrebbero ammaliato tutti i sudditi. << Ammazza e che ideona hai avuto “Stre”, farò come dici tu >> mormorò il Re con tono confidenziale. Ed il giorno dopo così fu fatto. A reti unificate – al re piaceva fare le cose in grande – fu trasmesso questo convegno speciale e la Strega, prima di andare in onda, cosparse la sala di una polverina magica che faceva sembrare bello quello che non lo era…persino la stessa Belarda. Crik, Crok e Sapientino, tre ragazzi del paese molto svegli, accompagnati dallo scemo del villaggio, che era diventato molto saggio per i noti fatti della puntata precedente, andarono al convegno. Il Re, avvolto nel suo lungo abito, maestoso nel suo incedere e con una chiara intercalare anglosassone, prese la parola. << che fine oratore (la polverina magica cominciava a fare effetto)>> si sentiva mormorare tra le file dei presenti. Parlava, parlava, faceva ampi gesti con le mani e la testa, neanche fosse uscito da un episodio dei Power Ranger: << Abbiamo realizzato un piano di risanamento spaziale che ci porterà su Marte e Plutone, portato acqua ovunque…non meravigliatevi, anche dove c’era già… soprattutto li, abbiamo realizzato cattedrali nel deserto e dispensato il verbo del giusto – che sono che io – aperto e chiuso scuole, realizzato una rivoluzione ecologica che ci farà diventare cittadini biocompostabili e fatto tante mirabilie. << Fantastico, stupendo, non abbiamo parole>> erano alcune delle frasi più ricorrenti. Nel frattempo che il Re si gonfiava ancor più della Rana della favola di Fedro, Crik annuiva con la tesa, Crok scuoteva la testa per non prendere sonno e, invece, Sapientino, che era molto attento ai particolari, non aveva perso una sola parola del sovrano illuminato e più sentiva le parole di questi, più rimaneva interdetto: << ma che ciufolo sta dicendo? Ci ha preso tutti per zotici? La realtà è ben diversa di quanto ci vuole raccontare>> Probabilmente il sortilegio della Strega Belarda non aveva fatto effetto sul nostro Sapientino che colto da uno spunto di puro realismo esclamò: << à bucia…cantastorie! Parole, parole e soltanto Belle parole …che sono come le farfalle…volano via>>. Il grido di indignazione ruppe il sortilegio della Strega e tutti cominciarono ad inveire contro il Re che non potendosela prendere con la Strega, cacciò Pluto, Paperino, Batmàn, maledicendo di avere allontanato il fido Sandokan che nel frattempo era diventato un fine addestratore di grilli…parlanti. Il senso di questa storia? Nessuno, un po’ come tutte le cose che ci vengono raccontate, gonfiate, ogni giorno senza considerare le reali necessità e, più banalmente, che chi ha sete chiede l’acqua e chi ha fame di mangiare. Il bisogno, d’altra parte, non si appaga con le chiacchiere. Le cose semplici nutrono il popolo, le meraviglie, spesso irrealizzabili, soltanto l’ego dei regnanti.
Carlo Cosma Barra