E’ proprio vero, certe volte le immagini miste a musica, parlano più di ogni altra cosa. Ma, a nostro avviso, c’è qualcosa che parla più di tutti, facendo un rumore assordante; per taluni un rumore fastidioso, per tal altri una soave melodia: IL SILENZIO!
Cento, mille, diecimila parole, potranno essere proferite per esprimere un concetto, dare una risposta ad un quesito, spiegare qualcosa. Ma è il silenzio, a parlare più di ogni altra cosa. Il silenzio è tutto.
Ci piace raffigurarlo con lo sguardo timoroso di un bambino, che, con dei grandi occhi azzurri poggia delicatamente il dito indice della sua mano, sulla bocca. Proprio ad indicare, a chi gli sta vicino, di non far rumore e di ascoltare in silenzio. Quel dito sulla bocca, è quasi una preghiera all’ascolto del silenzio. Un religioso silenzio.
Lo sguardo silenzioso di un bambino che viene rimproverato; il silenzio della solitudine degli anziani; l’avanzare silente delle malattie; il silenzio forzato di chi è ostaggio, suo malgrado, del male oscuro; il silenzio fuori ordinanza della fanfara, scandito dalla tromba e dedicato a tutti i caduti militari e non; il silenzio del dolore che ciascuno porta dentro di se; il silenzio di chi decide di smettere di lottare, davanti alle difficoltà della vita; il silenzio di una comunità, che preferisce rimanere sorda ai problemi che la circondano; il silenzio disarmante di un genitore, che giorno dopo giorno vede suo figlio spegnersi senza poter fare nulla; il silenzio della notte; il silenzio incomprensibile dei potenti, dinanzi alle difficoltà della gente; il silenzio complice di chi sa e non parla; il silenzio colpevole di chi dovrebbe intervenire e si bada bene dal farlo; il silenzio della voce della propria coscienza.
Si potrebbe continuare a lungo, fino a riempire pagine e pagine. Ma, preferiamo interrompere, quella che poi sarebbe una fastidiosa elencazione. Concordiamo con quanti dicono che tacere possa essere una scelta strategia, sensata, piena o efficace. “Abbassare il volume della comunicazione è un bisogno; a volte, le parole sono assai più vuote degli spazi che le separano”.
Prestate attenzione al silenzio: riscoprirete il rispetto dei luoghi e delle persone; non di meno il piacere di reimparare ad ascoltare.
Luciano Passariello