Il fatto che raccontiamo è vero, assolutamente vero e si è verificato presso l’Ufficio anagrafe del comune di Teano, Lunedì 23 luglio.
Due genitori si sono recati presso l’ufficio anagrafe per richiedere il documento di identità per i due figli, rispettivamente di otto e tre anni, nel rispetto delle disposizioni emanate con il D.L. 13 maggio 2011, n.70.
L’addetta allo sportello, solerte impiegata, dopo aver fatto firmare i moduli per la richiesta, senza avere la necessità di controllare le generalità dei richiedenti, consegna i documenti delle due bambine, invitando i genitori a controllarne l’esattezza dei dati. Ottima intuizione! Da un rapido controllo i genitori notano che su entrambi i documenti dei propri figli, erano riportati i nomi dei genitori senza la prima lettera ed in uno addirittura mancava il cognome del padre.
Fatta presente all’impiegata l’irregolarità riscontrata e che senz’altro i due documenti, così come erano stati emessi, non erano regolari, i due stupiti genitori si sono sentiti rispondere: “purtroppo noi non ci possiamo fare nulla, il programma di stampa, non funziona correttamente e succede questo. In fin dei conti è sottinteso che sono le vostre figlie. E poi, ormai, abbiamo stampato” .
Ancora increduli i due malcapitati hanno provato a spiegare che la risposta era assurda in quanto, si sarebbero dovuti recare all’estero e quei documenti non erano regolari anzi avrebbero potuto procurare loro qualche problema alla frontiera. La solita impiegata dello sportello suggeriva allora di aggiustare l’errore a penna e metterci un timbro di convalida oppure in alternativa ristampare i due documenti utilizzando le due foto già spillate sul documento contestato.
Finalmente è intervenuta la responsabile dell’ufficio che suggeriva di munirsi di due estratti di nascita delle bambine corredati di altre due foto La stessa cordiale responsabile, in riferimento al loro problema, si lasciava andare a qualche confidenza affermando di aver già provveduto a richiedere l’intervento della società addetta all’assistenza del programma di stampa della carte d’identità, in quanto quel loro problema, appena capitato, non era un caso isolato, ma comune ad altre persone. Quel loro problema, dunque è diventato così un problema condiviso con la collettività.
Questo fatto, così come è stato raccontato, ma con qualche particolare in più, è stato segnalato, ma con poche speranze di risposta, con una lettera aperta all’attenzione del sindaco e del responsabile dell’URP.
Le domande da farsi sarebbero tante e tutte molto pertinenti sul funzionamento degli uffici comunali, sul livello di responsabilità individuale e collettiva, sulla responsabilità di chi ha il potere di controllo sulla struttura, la valutazione di chi ha il compito di emettere le valutazioni, quali iniziative i governanti intendono assumere per evitare che il cittadino possa trovarsi a dovere affrontare situazioni così mortificanti ed imbarazzanti anche di fronte ad organismi esterni.
Siamo o no un paese da terzo mondo? Se siamo forse arrivati al punto che vicende come queste non sorprendono più nessuno, ebbene, allora siamo proprio un PAESE DA TERZO MONDO!
Luciano Passariello