Sono queste le prime calde giornate di marzo, ove allegri giovanotti, anche più o meno avanti con l’età, trascorrono questi invitanti pomeriggi passeggiando e dibattendo alacremente del più e del meno e trovano l’occasione di discutere pure di quello che saranno le prossime elezioni amministrative. In questo contesto può pure capitare che volti noti, visto l’appropinquarsi di maggio, decidano di rompere gli indugi e fare visita a quella che dagli addetti ai lavori viene definita come la mecca della politica locale. Le visite si succedono vorticosamente. Gente che esce e gente che entra, tutti ripongono le loro speranze, affidano i loro desideri, i propri progetti, ad un signore che grazie alla propria sapiente opera è riuscito a determinare le sorti di Teano da oltre un trentennio.
Questo signore, poco noto ai più, ben conosciuto dagli addetti ai lavori, era già noto al buon Giacinto e fu severo consigliore di Vincenzo; oggi accoglie i visitatori con fare amichevole ed aspetto rassicurante. Fatti entrare i suoi visitatori li fa accomodare, offre un buon caffè, qualche dolcetto, di cui è ghiotto ma non né mangia, ed inizia a parlare. Le sue parole sono quelle che il cuore vuole sentire, il suo fare sereno spinge alla confidenza. Sembra quasi di essere in un salotto inglese e di essere al cospetto di un uomo veramente navigato, la cui figura sarebbe completata dal fumo di un buon sigaro o di una pipa. Ma lui è immune ormai da questi vizi e conserva come unico suo diletto la politica. Ascolta con interesse i suoi visitatori e dopo che questi hanno esposto i propri propositi, facendosi serio e con voce ferma inizia a parlare.
Dispensa indicazioni, somministra consigli che hanno la sostanza di imperativi, decide alleanze, unioni e sinergie. Chi vuole fare qualche cosa di buono deve dimenticare i propri progetti e seguire alacremente le sue indicazioni. Questo signore ha la bravura di chi legge la storia che sarà, della quale indirizza nel verso giusto gli eventi. I visitatori, ottenuto quanto desiderato, fatte le riverenze che la buona educazione vuole, si allontanano e vanno via con la speranza che quanto ricevuto possa essere quanto effettivamente sarà.
Si può scommettere che anche per le prossime elezioni avrà già espresso il proprio volere con buona pace dei propri tanti e speranzosi visitatori, forse dopo essersi convinto di favorire qualcuno e fare il solito passo indietro da quell’aspirazione mai sopita di sostituirsi ai tanti pseudo protagonisti della politica e diventare egli IL PROTAGONOSTA in assoluto.
Alla fine, tra chiacchiere, passeggiate e giochini vari, tra strategie più o meno sottili, alleanze vere o verosimili, presunte o probabili, resteranno soltanto le calde giornate di questi primi giorni di primavera che preludono ad un torrido maggio.
Buone elezioni a tutti.
Severino Lo Giudico