Mentre tutti siamo preoccupati per il contagio dal COVID-19, nessuno si è minimamente posto il problema di come stiano affrontando questa nuova emergenza i ragazzi. Dai più piccini, ai più grandi. Tutti, nuovamente alle prese con la DAD. Didattica a distanza, per chi non lo sapesse ancora.
Per ovvie ragioni, di tutela della loro privacy, non vi faremo nomi e/o indicheremo il nome della classe da cui è partita quella che io definirei una lezione di vita. Anche il professore, quando li ha visti così, dopo averli redarguiti, non ha potuto far altro che sorridere. Ed il sorriso, si sa, perdonatemi la parola, è contagioso.
Abbiamo avuto modo di essere partecipi alla loro felicità, quando le scuole hanno riaperto le porte dopo un lungo periodo di chiusura. Li abbiamo visti letteralmente saltare di gioia quando finalmente si sono incontrati tutti, senza il contatto di un freddo monitor, seppur “menomati” dall’uso della mascherina e dal distanziamento sociale.
Loro, a differenza di noi adulti, da bravi soldatini hanno eseguito alla lettera le indicazioni dei docenti, e non ci risultano per quei pochi giorni di lezione, segnalazioni di “insubordinazioni”. Almeno, per quel che ci è dato di conoscere.
Ebbene, per ogni classe esistono almeno tre gruppi WhatsApp: quello delle mamme, quello degli alunni/professori e quello dei soli alunni. Aprirò una parentesi, che per me sarà la fine- Ma devo dirlo. E’ più forte di me, e sono certo che Voi mamme, non me ne vorrete. Ma nel 99% dei casi, siete la rovina dei figli. Nel senso buono. Apprensive, ansiose, litigiose, invidiose. Sempre sul piede di guerra. Come delle leonesse pronte a tutto, per difendere i propri cuccioli.
Talvolta, avrete pure le vostre ragioni, ma forse sarebbe saggio, fare tre passi indietro. Anche perché, “i vostri bambini” – in alcuni casi, pezzi di cornutoni di 13-14 anni – crescerebbero sicuramente meglio. Riteniamo che sia più opportuno, non entrare più di tanto nelle faccende dei ragazzi. Ed in particolare, dei più piccini. Loro, sanno sbrigarsela da soli. La riprova è che dopo un litigio con l’amichetto/a del cuore, bastano pochi minuti affinché tutto torni come prima. Care mamme mi perdonerete. Ma come avrebbe detto l’ incazzatore personalizzato: aggià sfugà ‘ncoppa à sta cose.
Ritornando ai gruppi WhatsApp, ed in particolare a quello degli alunni, abbiamo “sbirciato” in uno di una prima media, per comprendere meglio le loro dinamiche. Le loro paure. Erano giorni che si “messaggiavano” l’uno con l’altro, continuamente. E, ad ogni messaggio, una risata. La cosa ci ha incuriositi, fino a quando una sera, a cena, è arrivata una strana richiesta: “abbiamo un lenzuolo bianco o una coperta e degli occhiali da sole?”. La sorella maggiore, muta, a conoscenza del piano ha sorriso. La complicità tra fratelli e sorelle è terribile.
Abbiamo così realizzato, che qualcosa bolliva in pentola. Non abbiamo chiesto a cosa servissero quegli oggetti, e ci siamo limitati semplicemente a rispondere che in ogni casa ci sono delle lenzuola bianche, delle coperte e degli occhiali da sole. Lo ammettiamo però che la curiosità ci ha preso.
Prima di pranzo, ci hanno mostrato delle foto, dove tutti, dico proprio tutti, si sono collegati per la prima ora di DAD chi con un lenzuolo chi con una coperta in testa. Qualcuno, più birbantello, s’è messo pure gli occhiali. Il tutto per fare uno scherzo al professore, che evidentemente ha già conquistato la loro fiducia. E questo non può che farci piacere.
Che bello !!! Almeno loro, trovano ancora il tempo di divertirsi nonostante il momento triste.
Gli analisti, impazziscono ogni giorno per studiare la curva dei contagi. Loro, i più piccoli ed indifesi, ci hanno dimostrato che Il sorriso è la curva che aggiusterà ogni cosa.
FeudoDiViaAnfiteatro, Ottobre MMXX
Luciano Passariello