Il Governo si appresta a varare la fase 2 di quella che può essere considerata a tutti gli effetti una delle più grandi epidemie dell’era moderna. Le notizie sono ancora confusionarie e contraddittorie. Non si è capito ancora bene cosa accadrà e soprattutto quando accadrà. A volte si ascoltano teorie strampalate che dovrebbero accompagnare la riapertura di tutte le attività che in questo periodo sono rimaste chiuse per le norme emanate dal Governo e dalla Regione, causando un danno incommensurabile al tessuto economico di ogni città. Non si è ancora capito quando apriranno e soprattutto come. Quello che sembra oramai chiaro a tutti è che il distanziamento sociale continuerà, che saremo comunque obbligati, diversamente da quanto fatto fino ad oggi, a girare con la mascherina e i guanti. Questo ci può far ben comprendere che non torneremo alla vita che conoscevamo, che non si potranno riprendere i rapporti sociali che avevamo coltivato fino alla pandemia e che unici vincitori di questo periodo resteranno i social. Solo attraverso di essi si potrà continuare a tenere liberamente rapporti sociali più o meno affettuosi. Per il resto, ancora distanza gli uni dagli altri, ancora il campo minato della propagazione del virus; ancora in attesa del vaccino e della tanto attesa immunità di gregge. Fino ad allora rapporti ridotti all’osso, contatti umani inesistenti e strade semideserte. Ora viene spontaneo chiedersi cosa verrà previsto per i matrimoni, e per i funerali, e per le processioni, le feste di laurea e/o di compleanno? Ancora non è dato saperlo ma è facile immaginare che i matrimoni e i funerali si dovranno tenere in forma strettamente privata, che difficilmente ci sarà concesso festeggiare il lieto evento o avere conforto nel momento più buio come la perdita di una persona cara. Dimentichiamoci del rito delle condoglianze o delle congratulazioni per i momenti di gioia. Ma soprattutto dimentichiamoci pizzerie e ristoranti affollati, feste religiose o civili. Tutto questo è lontano e continuerà ad essere solo un banale ricordo fintanto che non arriverà un vaccino a debellare il Covid-19. Ma intanto stiamo pronti a goderci questa parvenza di semi normalità che presto ci sarà concessa, la seppur minima libertà di poter uscire di casa senza il timore di essere sanzionati, senza il terrore dell’autocertificazione o dell’impellente necessità. Sarà comunque una gioia rivedere i tanti volti conosciuti a che da tanto non abbiamo più potuto vedere, anche un semplice saluto con un appena accennato cenno del capo sarà un momento di gioia piena. Alla fine in questo periodo ci siamo accorti che ci mancano anche quei visi che conoscevamo solo di vista, quelle persone con le quali mai avevamo scambiato una parola, un saluto o un sorriso. In questo periodo ci sono mancate anche loro, perchè diciamocelo: la vita è fatta anche dei tanti conoscenti che sin troppo spesso abbiamo incontrato per strada, che per quanto possano sembrare insignificanti nella vita di ognuno di noi ne fanno parte più di quanto avremmo potuto mai immaginare. Intanto, il conto alla rovescia è iniziato, meno 15, meno 14, meno 13, meno 12, ecc. e mentre iniziamo a contare ci giunge immancabile la brutta notizia che il Capo della Protezione Civile Nazionale Angelo Borrelli ha appena dichiarato che è contrario alla riapertura, che a suo parere bisogna resistere ai domiciliari fino al 16 maggio, e se lui è contrario figuriamoci il nostro Governatore…lo confesso, una parolaccia mi è scappata…e allora meno 28, meno 27, meno 26 ecc. ecc.
Sandro Pinelli