Quando si racconta una storia la si deve raccontare bene, senza tralasciare alcun passaggio. Se si salta un passaggio ne consegue, purtroppo, che ci si ritrovi dinnanzi ad un quadro incompleto e ne consegue che la verità, quella tanto auspicata e desiderata verità, venga compromessa. E così il tentativo di raccontare la verità si trasforma in un aborto, in un’aberrazione della realtà con nefaste conseguenze. Nefaste in quanto fuorvianti per chi legge e che tenta di farsi un’idea di quello che accade nel palazzo San Francesco.
Quando si racconta una storia di vita o la storia di un momento politico anche i verbi, anche una semplice congiunzione, può avere effetti deflagranti.
Il racconto ha meno punti oscuri di quanti si possa credere o si voglia far pensare.
La storia della nuova giunta sidicina trova ragione in passaggi precisi.
Quattro consiglieri di maggioranza, che peraltro hanno già rivendicato la paternità di tale gesto, anche se a parere di scrive la paternità della nuova giunta spetterebbe ad un signore che ha i capelli bianchi e conosco da svariati anni (ma questa è un’altra storia che magari qualcun altro racconterà). Orbene, i 4 consiglieri di maggioranza scrivono una missiva al Sindaco (a mezzo pec) nella quale chiedono di superare le barriere che hanno sempre contraddistinto la normale dialettica politica e la divisione della maggioranza dalla minoranza per far fronte comune davanti a quello che è il periodo emergenziale che stiamo vivendo.
Successivamente, quasi tutta la minoranza consiliare, fatta salva la rappresentante del gruppo “Teano democratica” , invia un’ulteriore missiva al Sindaco comunicandogli la disponibilità a condividere, aiutare nel particolare momento dell’emergenza pandemica. Ed è il Sindaco che invita, non cede, perché non ci stava da cedere visto che aveva ricevuto una richiesta. A tal proposito è il caso di ricordare i passaggi fondamentali delle due missive: i 4 consiglieri di maggioranza: “tendendo ad un Governo di Salute Pubblica che raccolga tutte le energie e le competenze al fine d’uscire vittoriosi, insieme, da questo momento inedito e drammatico.”
i consiglieri di minoranza: “Per questo motivo riteniamo che il recente invito formulatole da altri 4 consiglieri comunali possa trovare terreno fertile e possa concretizzarsi un appuntamento periodico, organizzabile da remoto, che coinvolga almeno i rappresentanti dei gruppi consiliari, può essere uno strumento utile per informare direttamente i consiglieri, per non essere costretti ad apprendere dai social e dalla stampa locale notizie che alcune volte suonano contradditorie e fuorvianti, per raccogliere osservazioni o per fornire spunti di riflessione utili alla decisione, per chiedere o offrire specifiche forme di supporto o di collaborazione istituzionale o personale, per riferire i problemi dei cittadini e provare a dare risposte concrete alle tante domande.
Il dialogo, il confronto di esperienze e la partecipazione sono più che mai utili nel difficile presente e lo saranno ancor di più nell’immediato futuro che ci aspetta.
Non vogliamo distrarre, vogliamo solo poter dare il nostro contributo nel modo più semplice e democratico possibile.
Siamo convinti che la solitudine del comando e della responsabilità non aiuti a vedere e a leggere tutta la complessità che ci circonda in questo delicatissimo momento.”
Se leggiamo attentamente i concetti espressi è ovvio che non è stato il Sindaco a cedere l, ma gli altri ad offrirsi.
Poi ognuno può raccontare la storia che vuole.
L’augurio è che il sindaco e la nuova giunta trovino nel bene comune e nella salvaguardia dei cittadini il vero motore propulsore della loro azione . E su questo possiamo davvero essere d’accordo e certi tutti questa volta.
Massimiliano Stefàno