Ve lo ricordate il tanto discusso e vituperato simbolo? Oggi con tanta
"simpatici" in giro, "senza orario e senza bandiera " c’è chi ne prova
un’acuta, travolgente nostalgia.
Mi domando a volte come la Democrazia Cristiana abbia fatto a reggersi
e ad avere successo con dei segretari che sembravano dei morti di
sonno ( Zaccagnini, Forlani, Bisaglia, Rumor, Colombo, tanto per fare
un esempio).Un marchiano errore che la condannò alla scomparsa come
partito politico fu il cambiarsi nome con un inopportuno "ritorno alle
origini": I POPOLARI, si suicidò poi pubblicamente correndo da
sola.Nelle lotte politiche non offrivano resistenza, fino a che
l’avversario si allargava troppo, si stremava, si annichiliva.
Ed ecco che intervenivano discreti e sornioni: lo incapsulavano, lo
penetravano, lo metabolizzavano, lo riciclavano in se stessicon quella
grande arte dell’assimilazione nella quale erano insuperabili
maestri. Come gli imperatori e i mandarini cinesi sapevano lusingare e
"carezzare", offrendo aun popolo i massimi favori. Una loro debolezza
era costituita dalla lingua. La prosa di Fanfani, Zaccagnini, Moro, De
Mita ( anche e questo vale per L’Onorevole Ciriaco, attuale Sindaco di
Nusco, a causa del simpatico accento irpino) raggiunse dei vertici di
estrema incomprensibilità. Nessuno di loro, De Gasperi a parte, si
espresse mai con chiarezza a beneficio della gente che qualche volta
avrebbe gradito sapere. E se qualche volta si esprimevano, mai si
prendevano il lusso di usare allusioni falliche o viriloidi. Erano
sommessi, dimessi, paciocconi. Hanno governato l’Italia per più di
cinquant’anni e mai nessuno storico si è occupato a fondo di essi.
Forse è difficile raccontarli, con gli anni la loro caratteristica si
è forse spenta: gli oratorii, le scuole private, i seminari, le
sacrestie hanno cessato di sfornare una disciplinata folla di
Democristiani, intanto che l’Italia che amavano e prediligevano, paese
o piccola città che fosse, appollaiati nei pressi delle parrocchie,
andava pian piano scomparendo.
Concludo con quello che vuole essere un
modesto epicedio a quello che fu nel bene e nel male un grande
partito con un’acuta riflessione di Enrico Marseglia mio grande e
indimenticato Amico d’infanzia:"Ritengo che al di là degli errori
commessi nel tempo, questo partito ha dovuto sopportare l’onere del
dopo guerra in un’Italia ridotta al lumicino. Credo che dei meriti
senz’altro debbano essere riconosciuti a chi ha condotto con tenacia e
volontà l’esclusivo interesse della nazione (vedi Aldo Moro)." Ed io
di rimando: " Errì se tra tre anni candidassimo Armandino (Lauro ) a
Sindaco di Teano col logo della D.C. in una lista monocolore ( le
liste civiche hanno ormai fatto il loro tempo.), farebbe BINGO, stanne
certo. A parte le sue doti, qualità, competenze amministrative,
contabili e di gestione, oltre all’attivismo frenetico e
all’indicustibile lucidità è in più è libero da impegni di lavoro e
in più il simbolo attira ANCORA. Rammento che le persone analfabete ,
ed erano molte, venivano mandate a votare con la raccomandazione e
questo semplice "slogan" " A CROCE ‘NCOPPA A CROCE" Tempi
epici,un’epopea, una saga. Ed Enrico con somma pazienza
definitivamente conclude :" Armando Lauro sarebbe un buon Sindaco, ma
credo che nel caso, preferisca candidarsi nel suo paese
adottivo!!!!!!