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C’era una volta, alla stazione di Teano, una bella fontana dalla voce d’argento e i sogni di diamante. Allietava tutti i viaggiatori con la sua voce e i suoi spruzzi allegri. Sin dai tempi delle locomotive. Uno sbuffo nero e il cavallo d’acciaio sbucava dalle curve nella sua fiera bellezza. Fu poi sostituito, quando elettrificarono la linea da anonimi, insulsi treni elettrici. Ma la fontana cantava ancora la sua canzone d’amore ai passeri e alle fogli autunnali che la lambivano con promesse segrete. Sogni infranti. Un brutto giorno vennero degli uomini dal cuore di ghiaccio e la fecero a pezzi, senza pietà né dolore. Un ferroviere dai bianchi capelli e dal cuore di bambino ne sottrasse i pezzi residui ai due splendidi Ganimedi. Li conserva ora nel pollaio , in condominio con polli, galline e papere pettegole. Chissà che un giorno giunga un principe azzurro a comporne i pezzi e a ridestarla alla vita e al canto, almanacca il sensibile ferroviere dai bianchi capelli e dal cuore sensibile. E la fontana canterà di nuovo al vento e alle rose: Io non so più aspettare scioglierò questa neve questo aprile sarà breve e il mio amore lo ricorderò.
Giulio De Monaco