Nel libro c’è un capitolo dedicato proprio a lui ( L’incontro con Pino Daniele) allora dodicenne, conosciuto in occasione di una esibizione del gruppo musicale teanese “I Cinque Angeli” composto da Bruno Cipullo chitarra solista, Mario Barra chitarra accompagnamento, Tonino Spaziano basso, Olindo Cocozza tromba e Antonio Guttoriello batteria
L’incontro con Pino Daniele
Le feste religiose, dalle nostre parti, sono sempre state numerose, soprattutto durante il periodo estivo. Una di queste, collegata al Santo Patrono del paese, si svolgeva ogni anno a Visciano, frazione di Calvi Risorta, nella seconda metà di agosto. Come già ricordato in altro capitolo, le feste popolari seguivano un canovaccio praticamente simile, in ogni paese.
Ed ecco quindi presentarsi il consueto scenario festoso: le luminarie sistemate lungo le vie principali, ma più forti e artistiche nel centro del paese e sul frontale della Chiesa, le bancarelle- sistemate qua e là senza un ordine preciso- esponevano giocattoli, il torrone, le castagne del prete, le noccioline americane, più in là c’era l’ometto che ti faceva lo zucchero filato e ancora oltre qualche sediolina di legno offerta per godersi una fresca granita, mentre potevi osservare, le tante persone a passeggio su e giù per la piazza, soprattutto i tanti giovani impomatati in cerca della “acchiappanza”.
Naturalmente, sistemato giusto al centro della piazza principale, il palcoper le esibizioni delle bande o delle orchestre.
Così era anche a Visciano, quella sera, tutta in festa e tirata a lucido. Anzi fummo colpiti proprio dal palco, perché era addobbato con quattro pilastri ricoperti di carta argentata di colore blu e argento e tanti fili dorati che si intrecciavano tra loro partendo da un capo all’altro dei pilastri. Una scenografica che certamente mal si adattava al nostro genere musicale, ma ci limitammo, perplessi e divertiti, a scambiarci solo qualche sorrisetto ironico.
Come gruppo musicale eravamo già conosciuti nella zona e ci sembrava giusto tirarcela un po’. I ragazzi del posto di guardavano incuriositi, mentre davamo istruzioni al trasportatore su come sistemare gli strumenti sul palco.
Fu proprio in questa fase che conoscemmo un ragazzino di nome Pino. Faceva parte dell’organizzazione del Services, di coloro che si occupano di fornire gli impianti di amplificazione per le voci e per gli strumenti. Questo ragazzino dell’età max di 12 anni, se ne stava in disparte, beveva molto frequentemente e sudava moltissimo. Richiamato da un vecchio uomo con la barba, si apprestò a collegare le chitarre agli amplificatori, prima quelle di Bruno e Mario e poi il basso di Tonino.
Attirò presto la nostra attenzione perché gli strumenti non li toccava, li accarezzava come si accarezza la testa di un bambino o i capelli della propria donna. Ogni tanto faceva partire qualche nota che aveva qualcosa di particolare. Sapeva suonare, non c’erano dubbi. Spontaneamente gli chiedemmo di provare qualche brano con noi, ma timidamente si scusò, dicendo che lui doveva solo allacciare gli strumenti e non gli era permesso suonarli, lo avrebbero licenziato.
Solo qualche anno dopo, esattamente nel 1977, ascoltando Terra mia, ci ricordammo di quel ragazzo così timido che ci aveva collegato gli strumenti in quella indimenticabile serata di Visciano.
Non mi sono mai spiegato come mai la serata di Visciano risultò per noi una delle esibizioni più riuscite nella nostra breve avventura musicale. Non c’erano motivi particolari, né ambientali e né artistici per giustificare l’eccellenza di una performance che avrebbe rappresentato probabilmente il punto artistico più alto della nostra storia.
Il compenso pieno che incassammo quella sera, perché senza intermediari, fu di quarantamila lire. Non molti ma ci sentimmo lo stesso ricchi perché era successo qualcosa di speciale, ne eravamo tutti intimamente ma inspiegabilmente convinti, era stata una serata magica ed irripetibile.
Forse quel ragazzino timido, di nome Pino, attraverso i suoi accordi di chitarra ci aveva trasferito, solo per quella sera, un pizzico di magia, di quella che lui ha saputo riempire le piazze ed i cuori di tanta gente per tutti questi anni di musica indimenticabile.
Antonio Guttoriello