Mi è giunta per conoscenza, a firma del suo Presidente, Giuseppe Scala, una proposta della associazione “ProLocoTeano-TeanumSidicunum” rivolta al Sindaco per offrire la “cittadinanza onoraria” al penultimo Vescovo della nostra Diocesi, Monsignor Arturo Aiello.
Al fine di evitare conclusioni imbarazzanti, nate magari dall’entusiasmo di assecondare tutti e tutto e non dal razionale comportamentale politico di larga partecipazione di intenti, che potrebbero concretizzarsi in una delibera non espressa all’unanimità, come la dignità del caso comporterebbe, mi permetto di esternare delle oggettive considerazioni che potrebbero essere condivise non da pochi.
Premessa tutta la personale stima per un uomo di grande cultura, fede religiosa, sentita ed amplia attività pastorale quale Mons. Aiello, credo che i requisiti elencati nella lettera di proposta non siano tali da attivare la concessione di una “cittadinanza onoraria”.
Infatti tale onorificenza, la cui concessione dovrebbe essere disciplinata da un Regolamento adottato dal Comune, dovrebbe essere rivolta a persone legate alla città per il loro impegno civico e per le proprie opere, quali iniziative di carattere sociale, assistenziali, filantropiche od opere, imprese, realizzazioni, prestazioni in favore degli abitanti del comune, rendendone maggiore il prestigio e le condizioni di vita.
Ora le attuali condizioni sono:
- Non esiste nella nostra città un regolamento ad hoc;
- La attività pastorale, pur altamente encomiabile, di Mons. Aiello, come del resto si evince chiaramente dalla lettera di proposta, si è svolta tutta all’interno della missione episcopale, senza apparenti benefici di carattere “laico”, che sono quelli che andrebbero prevalentemente tenuti in considerazione da una Amministrazione civica né sono di entità tale da aver reso maggiore “il prestigio” civico (e non religioso) della città.
Pertanto, cercando di evitare “platealismi” a tutti costi, come la esecuzione dell’inno d’Italia ad apertura o chiusura del Consiglio Comunale, ognuno si tenga nel cuore i sentimenti che prova verso il Vescovo Aiello, uomo di chiesa, schivo da ogni vuoto presenzialismo, ed estremamente discreto.
Sono sicuro che il primo ad esserne contento sarà proprio lui.
Claudio Gliottone