Il sito internet del comune di Teano comincia a dare qualche segnale di vita. Da qualche giorno è comparsa la schermata che riporta l’Albo pretorio online. Finalmente una buona nuova che, a prescindere da quello che sarà realmente pubblicato e da come sarà gestito, rappresenta comunque un sintomo di risveglio in un organismo che, ha avuto, fino a qualche giorno fa appunto, l’elettroencefalogramma completamente piatto. Da oggi, questo ci sembra di capire, la pagina web sarà aggiornata di tutte le attività dell’Ente che per legge vengono portate a conoscenza dei cittadini, attraverso appunto l’Albo Pretorio.
Non più la forma cartacea, quella triste bacheca con tanti fogli affissi uno sull’altro, con molte difficoltà di lettura, a cui sono riconducibili tanti contenziosi. Da oggi in poi basta fare un clic e l’utente viene messo direttamente a contatto con le notizie di cui ha necessità.
Di chi il merito di questa novità improvvisa sulla quale ci eravamo ormai tutti rassegnati a non vederla mai realizzata? Qualcuno dice che è stato il primo input lanciato dal nuovo assessore all’informazione Sandro Pinelli, qualcun altro dice invece che è stata una iniziativa del Responsabile degli Affari Generali avvocato Fernando Zanni che, nell’ambito delle prerogative attribuitegli, ha deciso di porre fine a questa grave carenza. Certo non tutto si risolve con l’albo pretorio ma è certamente un buon inizio.
Ma, e come al solito, non possiamo fare a meno di pronunciare un ma, già cominciano a circolare le prime reazioni a questa novità, reazioni interne alla struttura ‘, si badi bene. Il problema ora è: chi dovrà provvedere ad aggiornare il sito? Dovrà essere un singolo impiegato incaricato dell’aggiornamento del sito come unico impegno professionale e dunque raccogliere i documenti dai vari servizi e pubblicarli oppure, ed è quello che temono in molti, ogni servizio dovrà provvedere a pubblicare per quanto di competenza?
Non è un problema da poco perché, in una struttura complessa come può esserlo un’amministrazione comunale, se non ci definiscono chiare procedure e responsabilità, si finisce che anche i buoni propositi finiscono per diventare sacche di inefficienza ma anche possibile fonte di ulteriori contenziosi.
Gerardo Picozzi