Certamente Roberto De Fusco non pensava di sollevare questo polverone quando ha scritto la sua considerazione su Facebook, in merito ad una foto che riproduce uno degli spettacoli più indecenti che una società civile è costretto a sopportare: i cumuli di immondizia. Roberto si rivolge a quei cittadini che sversano i rifiuti della propria famiglia in occasionali discariche, a prescindere dalle responsabilità degli amministratori.
Il testo del suo messaggio:
“GRAZIE cittadini teanesi che rendete il NOSTRO un paese migliore! Vergognatevi! V’aggià acchiappà! Sta gent e merd! Poi non ve la prendete con l’amministrazione!!!”
Una frase assolutamente condivisibile, a parte gli aggettivi usati, anche se qualche considerazione sulle responsabilità andrebbe comunque fatta ma, il senso era giusto, una condanna netta nei confronti di chi non avverte la necessità di distinguere le proprie dalle altrui responsabilità ma soprattutto l’assoluta mancanza di senso civico.
E invece cosa ci tocca leggere subito dopo, in risposta a Roberto?
“Ricordate però che gli amministratori non sono altro che l’espressione della comunità che amministrano, Teano è amministrata da 20 anni da gente di merda, ergo li hanno votati gente di merda, ergo si sta nella merda.”
Queste espressioni sono di una valenza di inciviltà più grave delle cose che si vogliono denunciare. Queste espressioni sono una vera e propria offesa ad un’intera comunità perchè mettono in discussione la convivenza civile di un popolo che può e deve esprimersi liberamente nelle scelte che interessano il suo futuro, senza dover necessariemente accollarsi anche colpe che non gli competono.
Non importa se questi scambi di apprezzamenti avvengono su di un social network o su altro mezzo di comunicazione, è il contenuto ed il senso delle opinioni che si vogliono trasferire, il linguaggio utilizzato, che non può essere accettato, a prescindere dalle reali responsabilità della nostra classe di amministratori.
Chi ci legge sa che non siamo solitamente benevoli con i nostri amministratori e dunque, non possiamo essere accusati di interpretare la parte dei difensori di ufficio,ma non consentiamo a nessuno di apostrofare con simili insulti coloro che rappresentano la nostra più cara istituzione: la Città di Teano ,né tantomeno di apostrofare con un aggettivo tanto dispregiativo coloro i quali hanno ritenuto, liberamente, responsabilmente e civilmente di assegnare loro la responsabilità della guida del Paese.
Rifletta bene il signore che lancia sentenze inappellabili usando una terminologia becera ed inqualificabile, viviamo fortunatamente in una democrazia partecipata dove ognuno può liberamente esprimere le proprie opinioni e dare, se vuole il proprio contributo per migliorare la comunità in cui è inserito.
Ma tutto entro certi limiti che, in questo caso sono stati abbondantemente superati.
Antonio Guttoriello