Sessant’anni fa (1940) usciva uno dei più famosi film di animazione della Disney, “Fantasia”. Tra i migliori episodi di quella pellicola, per unanime riconoscimento mondiale, fu, e resta, proprio quello dell’Apprendista Stregone, ispirato ed eseguito sulla musica dell’omonimo poema sinfonico del compositore francese Paul Dukas (L’apprenti sorcier). Il tema era tratto da una ballata scritta dal grande poeta tedesco Wolfgang Goethe cento anni prima (Der Zaubenrlehirling), il quale si era a sua volta ispirato ad un episodio dell’opera greca Philopseués (Gli amanti della menzogna), scritta nel II secolo dopo Cristo da Luciano di Samosata. E il titolo del racconto geco la dice lunga.
Nel film di Disney il protagonista è, ovviamente, Topolino, apprendista stregone, che viene incaricato dal suo maestro, che poi si assenta dallo studio, di fare le pulizie. Topolino si serve allora di un incantesimo del maestro per dare vita ad una scopa perché faccia il lavoro al posto suo; la scopa inizia subito a farlo con tanta lena e rovesciando in continuazione tanta acqua per terra, come le era stato ordinato, da mettere in subbuglio tutto il locale. Quando Topolino si rende conto di non conoscere la parola magica per fermarla cerca di farlo con l’accetta, spezzandola in due: ma da ogni pezzo si genera una nuova scopa che riprende il suo lavoro gettando sempre più acqua nella stanza. Solo il ritorno del maestro porrà fine al disastro.
La morale della storia non è difficile da comprendere, e certo farà sovvenire ad ognuno dei miei pochi lettori qualche episodio al quale essa bene si attaglia.
Continuare a mestare nel pentolone della politica pozioni diverse e infusi pseudo miracolosi, alternandoli con dolcetti e caramelle, non darà mai alcuna panacea, ma contribuirà sempre più a creare confusione e disastri.
Ed abbiamo anche la certezza che non c’è e non ci sarà mai alcun maestro capace di correggere gli errori dell’apprendista, semplicemente fin quando questo sarà convinto di essere migliore di mille maestri.
Contento lui, e qualche altro..!
Ma noi no;… noi no!
Claudio Gliottone