La prima vera manifestazione di protesta organizzata e realizzata in mezza giornata contro la criminalità e la ipotesi di trasferimento del SERT in questo quartiere.
Si sta concretizzando l’idea di costituire un comitato di quartiere a S.Reparata. La prova che questa idea trova molti consensi e che esistono i presupposti obiettivi perché questo più che essere una iniziativa estemporanea si sta rivelando una necessità per l’intero popoloso quartiere.
La prova si è avuta questa seta, alle ore 22,00 in punto, si è levato alto il suono delle campane del monastero di S.Reparata ed a seguire uno, due, dieci, tantissimi sistemi sonori degli antifurti fatti scattare dalle rispettive abitazioni e chi non disponeva del sistema di antifurto ha utilizzato addirittura il clacson della propria auto. Non c’era stato il tempo per organizzare per bene la civile manifestazione di protesta, ideata dal nascente comitato di quartiere che non vuole contrapporsi, ne alla pubblica amministrazione, ne tantomeno vuole essere un segnale di sfiducia nei confronti delle forze dell’ordine, che comunque fanno quello che possono, con un organico certamente non sufficiente e con una delinquenza che dilaga di giorno in giorno, complice anche il peggioramento delle condizioni di vita delle famiglie.
L’idea dei promotori è quella di dare finalmente voce alle tante problematiche mai risolte che interessano questo popoloso quartiere, da sempre ed ingiustificatamente trascurato dalle ultime amministrazioni comunali ma anche, e questo è un fenomeno esploso in tutta la sua gravità in questi ultimi giorni, quello di garantire un minimo di controllo del territorio in più e scongiurare notti di terrore come quella vissuta ultimamente. In queste condizioni risulta quasi naturale l’aumento della preoccupazione dei residenti di fronte alla riproposizione del trasferimento del SERT in questo quartiere. Piaccia o no è legittimo esprimere preoccupazioni e timori di fronte ad un provvedimento che comunque non aiuta a creare la tranquillità in cui tutti ambiscono vivere, anche in quella parte di ipocriti che sotto la bandiera di una dubbia solidarietà, dicono di volere una cosa però fanno il tifo perché quella cosa non si realizzi o viceversa.
I problemi ci sono e le soluzioni non si intravedono all’orizzonte, quello che è accaduto ieri notte, come ha riferito qualcuno intervistato sull’iniziativa, è la prova che se le soluzioni non arrivano è necessario che il cittadino faccia sentire la propria voce, civilmente, ma fermamente e tenere sempre alta l’attenzione. Un civile avvertimento a chi ha la responsabilità di trovare soluzione a problemi irrisolti ma che soprattutto non rappresentino il vantaggio di pochi a danno di molti.
Mario Picozzi