Il sacco di Roma, questa volta è avvenuto per mano dei novelli barbari, che si proclamano gratuitamente ‘indignati’ e che, a dire di un noto uomo politico, sono talmente cinici da sperare di poter diventare ben presto banchieri (non bancari), politici di rango e giornalisti.
D’altra parte ciò già è avvenuto con altri movimenti.
Intanto questi “indignati”, hanno messo a ferro e a fuoco la Città Eterna, portando, in ogni dove, devastazioni, distruzioni, saccheggi, incendi, rovine, e teste spaccate, in gran numero, a suon di sanpietrini.
Questi delinquenti, che sicuramente, per comportarsi in tale modo, non hanno mai lavorato e prodotto alcunché, hanno tentato di imitare i loro nonni, che, ai bei tempi della rivoluzione bolscevica, misero al lastrico la città di Pietrogrado.
Hanno persino imitato i loro nonni, violando in Roma il Crocefisso, essenza della nostra millenaria civiltà, che non può essere oggetto di sterili dibattiti, che va sempre adorato e rispettato e che, sicuramente, non può essere considerato alternativo, nella sua doverosa esposizione al pubblico, con soggetti di tutt’altra cultura, a volte, con un passato ateo e marxista.
Gli indignati, non paghi di tante nefandezze e sacrilegi, hanno osato asportare impunemente da una chiesa di Roma l statua raffigurante la cara Vergine di Lourdes, riducendola, con grande bravura, in mille pezzi, dopo averla scaraventata sul selciato della pubblica strada.
Fatti indegni di un paese che si dichiara civile!
La magistratura sicuramente farà il suo dovere con risultati, che non possiamo già conoscere, perseguendo gli autori materiali ed i loro mandanti e maestri.
E la politica? Questa ultima, in modo trasversale, è responsabile di un tale disastro, perché la sinistra, nella sua componente estrema maggioritaria, tra la indifferenza di tutti, ha sempre avuto cattivi maestri e ha spesso incoraggiato ed applaudito chi ebbe ad assalire un blindato dell’Arma Benemerita, alla quale va la gratitudine e la riconoscenza di tutti gli uomini onesti. La cosi detta destra non ha mai contrastato, con i fatti, questi atti posti in essere dai sinistri, tutti tesi al disarmo materiale e morale delle forze dell’ordine e della intera nazione.
La verità è che questi mestieranti della politica di sinistra, del centro (se ancora esistente) e della sedicente destra sono “a tutte altre faccende affaccendati ed a queste cose sono morti e sotterrati”, essendo tutti occupati nella difesa dei loro interessi castali, in difesa degli stipendi da nababbi, delle pensioni d’oro e di tutti i loro sporchi interessi parassitari.
D’altra parte, i politici non possono operare con decenti risultati perché sono, nella maggior parte, affetti da una pericolosa malattia, che è la sindrome di Stoccolma, oggi, per mutazione genetica, divenuta sindrome di Genova. Detta malattia produce un effetto collaterale, che è la retorica di un penoso giovanilismo, che copre, con una nera cappa di falso buonismo, tutte le malefatte e va a cercare i responsabili di tante devastazioni tra chi è la vittima e la parte lesa. Bella roba!
E i preti no-global? Questi stanno producendo danni maggiori di quelli prodotti dai preti pedofili. I no-global scambiano il Vangelo con il Capitale di Carlo Marx. Non mi risulta che, a differenza dei pedofili, siano stati cacciati dal tempio. Ho sentito di persona uno di questi preti no-global augurare per televisione che un ictus andasse a colpire il nostro Presidente del Consiglio, eletto a grande maggioranza dal popolo sovrano. La macchina dell’odio non è stata fermata e rottamata da un qualche monsignore, perché questi ultimi, in queste ore, sono tutti presi dal miserabile progetto con il quale si vuole regalare una nuova D.C. Che Iddio ci scansi e liberi da tale accadimento! La evocazione di un tale nome produce, nel mio Io, paura e sgomento, pensando, andando a ritroso, a mezzo secolo in cui chi credeva nei sacri valori della Patria, veniva poco cristianamente emarginato ed esiliato sotto la spada dell’arco costituzionale, da altri definito, più aderentemente alla realtà, arco prostituzionale.
Per fortuna non tutto è perduto! La storia “magistra vitae”, ci insegna che la vita è un continuo fluire, un ininterrotto divenire e il passato non può tornare, anche ciò in parziale disattesa della teoria si chiama dei corsi e ricorsi.
Proprio perché affogando nel fango limaccioso, abbiamo raggiunto il fondo, dalla spinta ricevuta dai fondali riemergono, a dispetto di chi invoca il ritorno lugubre alla politica dello inciucio e del nefasto e disastroso compromesso storico, che ci ha portato a conoscere il cattocomunismo.
Ai giovani che studiano e lavorano (e sono la maggioranza) io, ormai “carico negli anni” ma per mera fortuna, non ancora nella mente e nello spirito, invio un motto, che è tutto un programma:”Non disperate! Verrà sicuramente, fra non molto, il dì nostro” Ritorneremo a rivedere le stelle.
Antonio Zarone