Non bastava la situazione stradale, la pulizia e la raccolta dei rifiuti, il governo del territorio, la conduzione della macchina amministrativa – si badi il Comune oggi ha in organico più dipendenti di quelli che erano al servizio dell’ultimo periodo dell’amministrazione D’Andrea – l’acqua che va via un giorno sì e l’altro pure. Ebbene in questo clima “post bellico” Teano si risveglia con l’acqua, che sgorga dai rubinetti domestici, di colore pagliericcio e, per i più fortunati, di colore addirittura marrone. L’episodio, speriamo tale sia, ripropone nuovamente il problema della qualità dell’acqua nella nostra cittadina. Che manchi una seria programmazione sul caso è del tutto evidente. Indice rilevatore di ciò è dato dal fatto che l’Ente Sidicino, a quanto siamo riusciti ad appurare, e fino a prova contraria, (i dati acqua sono solitamente pubblicati all’albo pretorio) non provvede ad eseguire le analisi da ben tre anni. Riduttivo appare dire, dunque, che in un contesto civile quest’ultime si debbano eseguire almeno con cadenza annuale. Ma guardando nel dettaglio le analisi che abbiamo recuperato, a sguardo di profano, non siamo biologi, emergono alti valori non soltanto dello “spauracchio” arsenico, presente con un valore di 12,8 μg/L su quello di riferimento fissato al 10μg/L, ma anche valori altissimi, seppure nei limiti ministeriali per la potabilità dell’acqua, di alluminio. Che tale ultimo componente sia presente naturalmente in acqua a causa dello scorrimento che porta gli elementi solubili nel suolo è cosa nota. Tuttavia, non altrettanto noto è che alte concentrazioni di alluminio nell’acqua, non solo incidono sulla gradevolezza di questa, ma potrebbero essere nocivi, al pari di quelli già rilevati per arsenico, alla lunga, per la salute dell’uomo e soprattutto per lattanti e bambini piccoli. I parametri di riferimento per la potabilità dell’acqua sono pubblici e sono fissati dal D.lgs 31/2001; in essi leggiamo che l’alluminio deve essere nei limiti di 200μg/L, il che vuol dire che quella di Teano, o parte di essa – non abbiamo dati specifici al riguardo – sarebbe vicinissima ai valori limite avendo le analisi del 2019 appurato la presenza del dato di 195 μg/L. A ciò, e qui giriamo il coltello nella piaga, si aggiunge che nessuno sino ad oggi si sia reso conto, o abbia obiettato, che tali analisi sarebbero state da ripetere in aderenza non solo alle normative vigenti, ma anche considerando il valore di incertezza rilevato, che si legge, è fissato in +36. A questo punto, e nessuno creda in una opposizione ad oltranza di chi scrive, banalmente potremmo domandare ai nostri amministratori, senza distinzione di sorte alcuna, ma in primis al Sindaco (che è pur sempre la prima autorità anche sanitaria territoriale), più volte investito in questi giorni di piogge torrenziali della questione su Fb: ma a Teano, l’acqua, visti i rilievi ormai datati per arsenico ed alluminio, è potabile o utilizzabile unicamente per altro scopo come, ad esempio, l’igiene personale? Visto, anche il colore odierno, qualcuno si è preoccupato di verificare se nella medesima siano presenti microorganismi nocivi o parassiti? Sarebbe, aggiungiamo noi, il caso che qualcuno dalla casa comunale, distraendosi un attimo dal gettare invettive contro i predecessori a modi paracadute per la deriva della città, seppur figlia di anni di problemi, si ponga il problema nel comune di rispetto di tutti.
Carlo Cosma Barra