Per alleggerire o variare un poco i temi di questa rubrica, avrei tranquillamente potuto parlare della “attività sessuale della ameba hystolitica” o della “periegesi transustanziale del periodo tardo ellenico”, ma, ancora una volta, è subentrata imperiosa la figura del Sindaco; non ho potuto non ritornare sui soliti temi. Il 25 u.s. il Sindaco, infatti, posta un link nel quale si rivolge all’Arcipelago delle sardine – PD e che riporto integralmente: “Sono Dino D’Andrea, ho 42 anni, sono un medico, da più di un anno sono anche il Sindaco di Teano (la città dove fu fondata l’Italia Unita nel 1860), ho una piazza bellissima, Duomo, vogliamo incontrarci nella mia cittadina, simbolo di quell’Italia Unita, unica, solidale, antirazzista, antisalviniana… per ribadire che gli esseri umani sono tutti uguali e che la Costituzione tutela i diritti a prescindere da tutto? (sic: testo e punteggiatura)”. A prescindere dal fatto, caro Sindaco, che Piazza Duomo, non compresa in eredità dinastiche, appartiene a te nella stessa identica misura in cui appartiene a me, e ad altri tredicimila cittadini teanesi, tali per essere nati, cresciuti e pasciuti in questo paese, che hanno vitalizzato sin dall’epoca preromana dei Sidicini, e lo sono stati per davvero, senza titoli onorari e di benemerenza elargiti da chicchessia, ma non ritieni che un Sindaco, una volta eletto, debba essere il sindaco di tutto il paese e non possa disporne a suo piacimento e secondo il suo interesse politico di parte? Perché l’azione di parte nasce da te, non da qualcuno, foss’anche della tua fazione, che ti ha chiesto l’utilizzo della piazza per una manifestazione qualsiasi. Tu ti sei fatto ad un tempo promotore della manifestazione delle sardine e della eventuale concessione scontata della “tua” piazza. Non mi sembra un comportamento politicamente corretto, soprattutto quello di schierarsi scopertamente e attivamente, per un partito , il PD nella fattispecie, esibendo a garanzia la tua carica di Sindaco, alla quale sei giunto attraverso la formazione di una lista, più volte ribadita, anche a domanda risponde, civica. Riportando una simpatica strofa, cantata dal coro, nella goliardica tragedia “Ifigonia in culide”, giusto per stemperare la tensione, io direi che “lo sanno le tigri, lo sanno i leoni, lo sanno persino i nostri c….ni”, e forse lo sanno già anche le “sardine”, che la tua aspirazione massima è la carriera politica, iniziando nell’immediato futuro con una candidatura a Consigliere Regionale, cosa che, peraltro, ipocritamente continui a smentire; gli unici a non saperlo, poverini, erano i giovanotti di Fratelli d’Italia e, forse, di una piccola parte del tu elettorato, i quali ti hanno entrambi votato. Ma perché non hai fatto una lista del PD? Saresti stato eletto lo stesso, ma forse non avresti goduto a prendere per i fondelli non noi, vecchi volponi, ma gli entusiasti giovanotti di cui ti sei circondato. E, a giudicare dalla maretta nella tua maggioranza, non giurerei sul fatto che la loro fedeltà possa durare, come quella dell’Arma, “nei secoli”. Apriranno gli occhi, prima o poi, e la soddisfazione per i loro personali successi cederà alla insoddisfazione di essere stati trattati da burattini. Non volermene, Dino; e soprattutto non giustificarti anche tu con la pervasione, ormai astronomica, tipo a chi più ne ha ne metta, di un amore viscerale per Teano: un paese lo si ama rispettandone innanzitutto gli abitanti, tutti indistintamente, e non esponendoli a figure poco onorevoli. E poi, onestamente, credo che i nostri concittadini non abbiano bisogno delle “sardine” per continuare ad essere solidali ed uniti, ma soprattutto umani; e a votare, democraticamente, e quando a loro lo si concede, per chi più gli aggrada, senza suggerimenti plateali o di parte.
Claudio Gliottone