Carlos Daniel Aletto, giornalista culturale argentino di origini teanesi, cerca informazioni sulla sua famiglia per poter ricostruire il suo albero genealogico prima del 1700. Ha postato vari appelli sui social, visto che ora, questa pandemia, ha bloccato un po’ tutto e tutti. A dargli una mano all’epoca della sua visita ci pensò il compianto don Aurelio, poi tra la dipartita di quest’ultimo e il virus, le sue ricerche si sono arenate. Mi racconta: “Sono arrivato fino al 1741 con Paride Aletto, figlio di Carmine, come si evince dal certificato di Battesimo nel quale è presente il conosciuto Barone Ciro De Renzis e sua moglie la Baronessa Columba Barattucci. Poi non ho più nulla di antecedente a questa data. Ho trascorso ore negli archivi ecclesiastici con Don Aurelio ma non c’è più nulla. Qualche informazione, forse, mi riporta a Palmoli, forse gli Aletto provengono da lì. Cerco le mie radici affinchè le conoscano i miei discendenti.” E’ una questione di radici, di affetto, di sentimenti. I nostri antenati ci ricordano chi siamo e quale è la nostra strada, senza memoria, senza appigli, siamo impauriti, sperduti. Ed è vero che senza passato non c’è futuro. Aver dimenticato le proprie radici è spesso uno dei mali della nostra società, troppo proiettata verso il futuro ma poco incline a guardarsi al passato per migliorarsi. O prendere semplicemente ciò che di buono ci è stato lasciato. Per questo, attraverso questo articolo, vogliamo diffondere l’appello di Carlo. Se magari il sostituto di Don Aurelio o un altro membro della famiglia Aletto che sta ricostruendo le sue origini possono dargli una mano, vista la lontananza, posso farlo anche tramite la nostra Redazione. Ma non lasciamo inascoltato questo appello.
William Hodding Carter.